Pagine

martedì 29 luglio 2008

Macca Liotru o Giufà?


Non voglio villantare crediti ... lo dico subito, non sono un "macca liotru" ! Come potrei esserlo con un padre nato ad Agira (EN) ed una madre nata a Como, mezza toscana e mezza nicolosita ... da far invidia ai figli di Bossi ...

Infatti, con «macca liotru», cioè «marca elefante» (il simbolo di Catania dal 1239), vengono chiamati i catanesi provenienti dalla città, in opposizione a chi proviene dalla provincia.

Il Liotru (chiamato anche, più raramente, Diotru) deve il suo appellativo alla storpiatura del nome Eliodoro. Questi era un nobile catanese che aveva tentato senza successo di diventare vescovo della diocesi. Caduto in disgrazia, divenne apostata e fu considerato «discepolo degli Ebrei, negromante e fabbro di idoli». Si oppose al vescovo Leone II il Taumaturgo, che lo condannò ad essere bruciato vivo nelle Terme Achilliane. Questo personaggio è legato all'elefante perché una leggenda narrava che fu lui il suo scultore. Sempre secondo la leggenda, il vescovo Leone avrebbe fatto portare la statua fuori dalle mura per farla dimenticare, ma il popolo le avrebbe ugualmente tributato degli onori divini (fonte wikipedia).

Come dicevo sopra, non posso certo definirmi "macca liotru" nonostante sia nato e mi sia sposato, nel borgo catanese di Ognina. Comunque non possono definirsi tali, neanche gli ultimi due primi cittadini del comune etneo, Umberto Scapagnini e Raffaele Stancanelli.

Scapagnini sarà ricordato più che per le sue qualità di sindaco (ha lasciato Catania dopo due leglislature, alle soglie della bancarotta, con un disavanzo di quasi 800 milioni di euro a quanto rivelato dal commissario Vincenzo Emanuele che ha sostituito il primo cittadino "catanese"), per essere stato il medico personale del "dux di Arcore" che deve al professore partenopeo, la sua presunta immortalità.

Raffaele Stancanelli ha da poco iniziato la sua avventura come sindaco della città etnea, conquistando, nonostante i disastri della giunta precedente, la fiducia dei catanesi che hanno confermato la scelta di essere governati da un esponente della "casa delle libertà".

Non mi preoccupa che Stancanelli non sia, essendo nato a Regalbuto (EN), un "macca liotru". Spero solo non si riveli un redivivo "Giufà", personaggio della tradizione orale siciliana, non famoso certo per la sua scaltrezza ed intelligenza. Giufà è infatti il soprannome che qualcuno con cattiveria, ha affibiato all'ex parlamentare regionale di AN.

Al sindaco Stancanelli ed alla sua giunta appena nominata, va il mio più sincero augurio di buon lavoro, lavoro che giudicheremo, come sempre, basandoci sui risultati.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Filippo,
ti segnalo un'esauriente inchiesta sulla Catania di oggi. Chissà quando leggeremo cose simili sul nostro quotidiano cittadino:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Catania-e-tutta-un-buco/2036050&ref=hpsp
Bye

Unknown ha detto...

Grazie bua, articolo illuminante ad occhio e croce pare che più in basso di così non si possa andare, sicuramente qualcosa cambierebbe se ai cittadini le cose venissero spiegate con chiarezza ma la gestione dell'informazione a Catania é coa nota e meriterebbe (lo farò prima o poi) un post a parte.

Cerco di trovare sempre il lato positivo nelle cose.

1. Il livello del letame é così alto che nessuna reticenza giornalistica potrà impedire ai catanesi, di rendersi conto del degrado della propria città.
2. Il neo assessore al bilancio che ho sentito su Sicilia Channel, mi pare persona seria con le idee chiare, sa che senza risanamento finanziario, non si andrà da nessuna parte.
3. Stancanelli ha aperto un dialogo quotidiano con i cittadini (perché non crea un blog?) spero continui.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, ma è anche vero che il plebiscito con cui i catanesi hanno rieletto un rappresentante della stessa coalizione che ha firmato lo sfascio, ha dato un messaggio chiaro ai politici: fate quello che volete tanto voteremo sempre allo stesso modo. Non che dall'altra parte interessi molto di Catania, tanto che oramai quasi non fanno nemmeno campagna elettorale, ma almeno fare capire che il popolo è sveglio...

Unknown ha detto...

Caro bua la libertà di scegliere è compromessa per i cittadini etnei.

Provo a chiarire il pensiero. Sandro Pertini dichiarò una volta che si è liberi quando sono garantite sia la libertà di espressione che l'equità sociale, in altre parole un uomo che può criticare apertamente il governo ma non sa cosa mettere a tavola la sera, non è libero, così come non è libero un uomo a cui è garantito un lavoro e l'indipendenza economica, ma che non può esprimere i propri sentimenti e le proprie opinioni.

Alla stragrande maggioranza dei catanesi non resta che imprecare "liberamente" contro chi ha governato la città, contro le stesse persone che hanno tutto l'interesse a mantenere lo status quo di una città ormai alle soglie del baratro.