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domenica 24 gennaio 2010

venerdì 22 gennaio 2010

La nuova casa del Calcio Catania ... un valore concreto per la città!

Il calcio professionistico non è solo un gioco, ma un business che genera miliardi di fatturato in Italia.

Se questo fa storcere il naso agli amanti dello sport, è un fatto che in realtà economicamente depresse come il sud Italia, una squadra di calcio può generare un valore concreto per il territorio.

In estate, nell'ambito della convenzione che ha concesso alla squadra del presidente Nino Pulvirenti lo stadio Angelo Massimino, la società si è fatta carico di ristrutturare alcuni impianti sportivi presenti in quartieri disagiati, creando scuole calcio che in quelle aree rappresentano l'unica alternativa alla strada, per ragazzi spesso destinati ad ingrossare le fila della criminalità organizzata.

Ma l'investimento più oneroso (circa 30 milioni di euro) è sicuramente la realizzazione di un centro sportivo polifunzionale in località “Torre del Grifo”, nel Comune di Mascalucia che verrà consegnato entro la fine dell'anno.

La struttura comprenderà la sede sociale del Calcio Catania, 4 campi di calcio - 2 in erba destinati alla prima squadra e due in erba sintetica per il settore giovanile, un edificio polifunzionale aperto al pubblico con piscine, palestre, centro benessere e spazi commerciali.

La costruzione dell'impianto oltre ad occupare più di duecento persone rappresenterà in futuro un “asset” (stimato in 120 milioni di euro) ed un sicuro generatore di ricavi che contribuiranno a rendere ancora più sani i bilanci ben amministrati dal vulcanico direttore generale Pietro Lo Monaco.

Non solo calcio quindi, il Catania non ha semplicemente acceso la passione dei suoi tifosi, di cui mi onoro di fare parte da tempi assolutamente non sospetti :-) ma ha creato concrete sinergie con la città che, grazie alle iniziative della società etnea, potrebbe davvero diventare un luogo migliore.

Progetto Centro Sportivo Calcio Catania

martedì 5 gennaio 2010

Nonostante tutto ... che bella Catania !

Non credevo ai miei occhi la mattina di Natale appena giunto a Catania.

Avevo lasciato una fredda Milano che si leccava le ferite dopo il caos creato dalla nevicata di qualche giorno prima ed ho trovato una città calda che di congelato aveva solo il calendario con impressa la data del 25 Settembre.

Mi ero ripromesso di non tornarci per un po. Troppo difficile il 2009, troppi ricordi ... da dimenticare. Ma la mia Catania era sempre lì sorniona e bella che mi aspettava come un'amante appassionata che inutilmente tenti di eliminare dalla tua vita.

Bella nonostante tutto, malgrado 20 anni di mala amministrazione, sprezzante delle impietose classifiche di vivibilità che da troppo tempo le fanno contendere solo il primato di peggiore città d'Italia.

Ieri mattina all'alba la guardavo con nostalgia e speranza, percorrendo la strada che conduce all'aeroporto, passando dallo splendido borgo marinaro di Ognina testimone dei momenti più importanti della mia vita, dalla nascita al matrimonio con la donna che amo.

Il fuoco ed il mare, l'asprezza della nera "sciara" ed il verde delle sue colline contornate dai dorati colori degli aranceti e dai campi di grano della piana. Tutto qui è fatto di forti contrasti, di eccessi. Ti lasci così alle spalle la figura maestosa dell'Etna appena imbiancata ed il mare bellissimo, ma sei costretto a subire l'immagine del lungomare pieno di aridi arbusti, resti dell'opera del punteruolo rosso delle palme e l'irriconoscibile piazza Europa devastata non da insetti, ma dalle speculazioni edilizio-politiche di chi non ha nessuna coscienza ed un briciolo d'amore per la mia terra.

Mi chiedevo, fantasticando, se avessi un budget illimitato cosa farei per rendere questa città un paradiso in terra?

Pensavo così alle straordinarie bellezze artistiche e naturali, all'operosità dei suoi cittadini capaci di ricostruirla per nove volte e renderla negli anni 60 paragonabile, per dinamismo e prospettive economiche, alla capitale "morale" d'Italia.

Mi immaginavo un centro storico ristrutturato con le chiese di via Crociferi e piazza Dante tornate al loro antico splendore. Un parco Bellini da fare invidia ai migliori giardini del mondo ed un'università d'eccellenza, tra le più antiche del paese, in grado di attirare i migliori cervelli del mediterraneo per affrontare le sfide del futuro.

Sognavo un'economia prospera, fatta di piccole e grandi aziende, in grado di azzerare il disagio sociale e restituire dignità agli abitanti dei quartieri diseredati e ad una squadra di calcio che giocava in uno stadio moderno, dove era possibile perfino vincere lo scudetto e la Champions League ...

Purtroppo non ho un budget illimitato, ma questo non basta per rassegnarmi a vederla trattata così. Sognatore? Forse ... ma mi chiedo quanto valgono le menti e le energie degli uomini di buona volontà che nonostante tutto continuano ad amare Catania?

Come diceva il grande Giuseppe Fava, catanese d'adozione che esattamente 26 anni fa pagò con il sangue la sua lotta per rendere questa città un luogo migliore, « a che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare? ».

"Inverno" a Catania