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mercoledì 27 ottobre 2010

Bondi facilita un dibattito sulla libertà di stampa

Un dibattito sulla libertà di stampa facilitato da Bondi con Feltri, Belpietro e Minzolini ... sembra la premessa di una barzelleta di Berlusconi, ma è quello che è realmente avvenuto oggi.

Questi professionisti della calunnia, cercando la protezione di politici come Sandro Bondi e Daniela Garnero (coniugata e divorziata Santanchè), dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, di ignorare il concetto etico di giornalismo propugnato dal grande Giuseppe Fava.

mercoledì 20 ottobre 2010

Vieni via con me - un altro caso di censura preventiva ?


Destra e sinistra, sono per me paradigmi in cui come tifosi in uno stadio, da 16 anni sono stati ingabbiati i cittadini italiani. Comunque la si pensi, ingenuamente ritengo ci siano dei temi in cui i giudizi dovrebbero essere avulsi dalle eventuali appartenenze politiche.

Sulla camorra e su cosa nostra, ad esempio, non accetto opinioni diverse dalla semplice condanna senza se e senza ma. Chi cerca delle sfumature grige e propone dialoghi e deliranti teorie basate su prospettive sociologiche e storiche, è per me schierato già dalla parte sbagliata.

Per questo ritengo che i vari episodi di "censura preventiva" a cui assistiamo da tempo, attuati in RAI, meritino prese di posizioni chiare e nette da parte della società civile.

L'ultimo fatto risale alla messa in onda della trasmissione "Vieni via con me" che dovrebbe essere presentata da Fabio Fazio. Tra gli ospiti previsti, lo scrittore Roberto Saviano ed il premio oscar Roberto Benigni.

Come testimoniato da Saviano ieri al TG della LA7 di Mentana, c'è in atto un vero e proprio tentativo di ostacolare la messa in onda del programma. Un giorno modificando il palinsesto in cui inserirla (forse alle 3 di notte della domenica andrebbe bene a Masi ...) e poi in merito al compenso degli ospiti concordato con la RAI che è bene ricordarlo, ha già venduto a caro prezzo gli spazi pubblicitari previsti ...

Nella pegggiore delle ipotesi, ho il sospetto che qualcuno tema le denunce di Saviano e stia facendo di tutto per ridurre la visibilità della trasmissione. Nella "migliore" che il direttore generale della RAI Masi stia attuando una vera e propria strategia per distruggere la televisione pubblica (il caso Anno zero pare emblematico) a vantaggio di chi pare superfluo sottolinearlo.

Spero di essere clamorosamente smentito dai fatti. Ma come scrivevo recentemente parlando di economia, senza informazione non si vive in una vera democrazia.

Concludo dando una buona notizia. E'opinione di alcuni addetti ai lavori che sia improbabile la cancellazione del programma perchè, alla luce delle polemiche di questi giorni, la figuraccia sarebbe troppo evidente e insostenibile.

Me lo auguro ... ma mi chiedo questi signori sanno cosa sia la vergogna ?

venerdì 15 ottobre 2010

La (dis)informazione sulla crisi economica

Da una ricerca del sito LaVoce.info emerge in modo evidente, come i media ed in particolare la televisione, sistematicamente forniscano ai cittadini informazioni errate sulle reali dimensioni della crisi economica.

Secondo lavoce.info la crisi poteva dare ai cittadini, una grande occasione per migliorare le conoscenze economiche:
"I media avrebbero dovuto aiutare il pubblico a leggere correttamente le statistiche disponibili. In presenza di forti discontinuità, come in una crisi di questa portata, è sempre essenziale mettere in relazione ogni dato economico con la situazione precedente la crisi. Solo noi, con pochissimi altri, l’abbiamo fatto. Alcune testate televisive, come da noi documentato, hanno invece scelto la strada della disinformazione"

Ad esempio il TG1 del 10 Maggio 2010 ha presentato un rimbalzino dello 0,1% della produzione industriale come una sorta di nuovo miracolo economico, peccato si venisse da un crollo del 30 per cento.

Andamento produzione industriale in Italia Marzo 2008-Marzo 2010 (fonte ISTAT lavoce.info)

Purtroppo il mezzo di informazione di gran lunga più utilizzato per ottenere informazioni economiche è la televisione. Così il 30 per cento degli intervistati nello studio effettuato, ritiene addirittura che l’Italia sia cresciuta e che il 2009 sia stato un anno positivo per la nostra economia. Per un altro 50 per cento (tra chi risponde) il PIL è calato meno del 2 per cento.

Ma non era la crisi un effetto del pessimismo degli italiani e dei catastrofisti?

Per aiutare gli allergici ai numeri faccio un esempio semplice:
Supponiamo sia stato 100 il valore dei servizi e prodotti creati in Italia (PIL) nel 2008, un calo del 30% nel 2009 avrebbe ridotto il PIL a 70. Se nel 2010 l'economia crescesse del 30% il valore finale non sarebbe 100 ma 91.

Con gli attuali trend di crescita, intorno all'1% (*) riusciremo a creare la stessa ricchezza prodotta nel 2007 tra 8-10 anni!

Peccato che i costi nel frattempo non diminuiranno che tradotto significa che gli italiani devono rendersi conto (e non ci vuole tanto) di essere più poveri, ridimensionando il loro tenore di vita. Un male assoluto? FORSE un male necessario per recuperare un minimo di equilibrio e sobrietà, ma CERTAMENTE un fatto!

Tornando al tema dell'informazione economica, per una volta si potrebbe affermare ironicamente "benedetta" ignoranza ...

Come emerge dal rapporto dello studio effettuato, chi si è informato attraverso i telegiornali ed i programmi di approfondimento in televisione, intervistato su temi come Prodotto Interno Lordo, disoccupazione e crescita economica, ha fornito risposte con deviazioni standard maggiori (margine di errore) rispetto a chi non si era documentato usando quel tipo di media.

Internet risulta invece lo strumento più affidabile e corretto d'informazione. Così come confermato dal rapporto in oggetto, le persone che hanno approfondito la loro conoscenza sulla crisi economica, utilizzando siti e blog on line, hanno mostrato una migliore conoscenza dei dati macroeconomici sull'attuale crisi economica.

Non stupisce quindi l'accanimento di molti componenti della classe politica italiana nei confronti della rete. L’informazione economica è vitale in una democrazia e mai come oggi la conoscenza è potere.

(*) I divari di crescita tra i maggiori paesi dell'area dell'euro tendono ad ampliarsi. In particolare rispetto alla Germania. Nel complesso dell'area il Pil è cresciuto dell'1 per cento nel secondo trimestre rispetto al primo (contro lo 0,2 del periodo precedente). In Germania l'incremento del Pil è stato molto più deciso (2,2 per cento nel secondo trimestre); dal punto di minimo ciclico l'economia tedesca è finora complessivamente cresciuta del 4,2 per cento, circa tre punti più della media degli altri paesi dell'area; in Francia e in Italia il recupero è stato solo dell'1,9 e dell'1,3 per cento, rispettivamente (fonte bankitalia).

giovedì 14 ottobre 2010

Suffragium non olet ...

Diciamolo francamente, in un paese normale dopo le denunce dettagliate e documentate di giornalisti come Rizzo e Stella, i nostri politici sarebbero stati spediti su Marte altro che in parlamento ...

Il presidente della commissione anti mafia Giuseppe Pisanu ha dichiarato recentemente che alle recenti elezioni amministrative, sono stati presentati nelle liste candidati indegni di rappresentare il popolo.

Parafrasando la nota frase di Vespasiano per questi loschi individui suffragium non olet (i voti non puzzano).

martedì 12 ottobre 2010

No al tricolore della Lega per commemorare gli alpini morti in Afganistan

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi che la lega con la scusa del federalismo ha una vera e propria strategia eversiva separatista, farebbe bene ad aprire gli occhi.

In occasione dei funerali dei quattro alpini uccisi lo scorso sabato in Afganistan, il comune di Belluno ha chiesto ai cittadini di esporre la bandiera Italiana e un minuto di silenzio.

«La bandiera italiana? - afferma il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale Silvano Serafini - è nel cassetto, ben ripiegata. E lì resterà, finché non torneranno gli ideali originali, che sono stati "usurpati"». Serafini non accoglierà l’invito, «perché attende il federalismo». E poi ci sono motivazioni storiche. «Garibaldi - continua Serafini - una volta sbarcato a Marsala, avrebbe fatto bene a prendersi una sbronza colossale con il vino liquoroso di quelle parti, per poi tornare indietro. E invece è andato avanti, tirandosi dietro dei mafiosi per attraversare lo stretto (di Messina) ». Serafini è convinto che la Storia del Risorgimento sia stata scritta male, anche a danno del Sud: per questo i partigiani borbonici sono passati per una banda di briganti.

La bandiera italiana per i leghisti, alla vigilia del 150 anniversario dell'unità d'Italia è simbolo di sopraffazione e garanzia di iniquità.

Serafini ha ragione a dire che era meglio Garibaldi fosse tornato indietro, ma quel tricolore di cui oggi si vergogna, era sventolato dai suoi nonni quando occuparono e depredarono con una spietata guerra d'occupazione il sud Italia.

fonte ansa

lunedì 4 ottobre 2010

Thanet offshore wind farm: il più grande parco eolico del mondo

Quando parlo di sostenibilità ed energie rinnovabili, qualcuno mi guarda con sospetto, forse ritenendomi un inguaribile sognatore. Se non vogliamo tornare al medioevo, l'umanità dovrà trovare entro i prossimi 30 anni un'alternativa efficiente e sostenibile ai combustibili fossili.

Mission Impossible? Assolutamente "possible"!

Non credo personalmente al nucleare come risposta. Le tecniche basate sulla fissione dell'atomo, considerate le attuali scorte disponibili di Uranio(*), non potranno fornire l'autonomia energetica ed il raggiungimento delle condizioni di sostenibilità auspicate. Se guardiamo poi i costi legati allo smaltimento delle scorie radioattive, la presunta efficienza di produzione delle centrali di nuova generazione viene decisamente meno.

Così mentre in Italia si discute in gran segreto delle location in cui dovrebbero essere realizzate le nuove centrali nucleari (pare proprio che nessuno sia felice di avere una centrale nucleare dietro casa, neanche i più ferventi sostenitori della fissione dell'atomo), in Germania è stato deciso di non investire più su tale tipo di tecnologia .

Paesi produttori di petrolio come Gran Bretagna e Danimarca stanno investendo su energie alternative.

Il premier danese Rasmussen ha annunciato in questi giorni che la Danimarca sarà del tutto indipendente dai combustibili fossili entro il 2050. Non sarà semplice ma questo obiettivo ambizioso potrà essere realizzato con l'uso combinato dell'energia ricavata dalle biomasse ed il contributo di altre fonti rinnovabili come il solare, l'eolico ed il geotermico.

In Gran Bretagna è stato inaugurato a Settembre il più grande parco eolico del mondo. Costruito dal gruppo svedese Vattenfall nel Mar del Nord al largo delle coste del Kent, nel sud-est dell'Inghilterra, prevede al momento in funzione 100 turbine ma tra 4 anni, quando l'impianto sarà a regime, ne conterà 341 che saranno in grado di produrre 300 Mega Watt, energia sufficiente ad alimentare più di 20000 abitazioni.

Secondo le statistiche della RenewableUK, la capacità totale degli impianti eolici off-shore del Regno Unito ha raggiunto i 1.341 MW, superando i 1.100 MW raggiunti dagli impianti di tutto il resto del mondo.

Nel Regno Unito ci sono circa 250 impianti eolici, tra cui una dozzina off-shore ed in aggiunta nuovi impianti verranno creati entro il 2020, portando così la potenza prodotta a 25 Gigawatt.

Non bisogna essere degli inguaribili ecologisti né dei sognatori per capire come lo sviluppo e l'uso delle energie rinnovabili, rappresenti un' opportunità imperdibile per la ripresa e la crescita economica e soprattutto la migliore garanzia di un futuro sostenibile per i nostri figli e le generazioni che verranno.

Thanet offshore wind farm - Il più grande parco eolico del mondo



(*) sul tema delle scorte di Uranio c'é una disputa aperta tra i pro ed i contro: le stime (piu' pessimistiche) parlano di disponibilita' di uranio per altri 50-60 anni. In realta' la stima si riferisce al prezzo attuale di estrazione. Se le tecniche estrattive miglioreranno, o semplicemente il mercato dell'energia portera' ad essere molto competitivo l'uranio, si iniziera' ad estrarre da miniere a costi più economici, portando cosi' la stima oltre 200 anni (o comunque, molto piu' di 50-60 anni).