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venerdì 27 marzo 2009

Borghezio la Lega che ti frega ...

L'ho scritto in un altro post, i nostri politici amano cercare la pagliuzza nell'occhio degli avversari piuttosto che la trave nei propri.

Gli esponenti della lega nord hanno utilizzato più volte questo metodo.

La stessa lega che parla prima di sprechi al sud e poi finanzia l'MPA di Raffaele Lombardo che fa di quelli sprechi la sua principale fonte di consenso ...

La trave che secondo me non può essere più tollerata è Mario Borghezio.

Il parlamentare europeo del carroccio, come denunciato nel blog di Beppe Grillo, è stato scoperto a dare lezioni ai neofascisti francesi, su come infiltrarsi nelle pubbliche amministrazioni, spacciandosi per difensori delle autonomie locali.

Borghezio, per sua stessa ammissione, è un fascista che si spaccia per difensore dell'indipendenza della sedicente repubblica padana. Che come tutti i fascisti usa ogni mezzucolo per diffondere le sue idee xenofobe, usando perfino la religione cristiana per sostenere le sue tesi ...

Per chi volesse approfondire l'assurdità delle teorie leghiste o del sedicente partito autonomista di Lombardo, legga questo illuminante articolo di Maurizio Blondet, sul quotidiano on line EFFEDIEFFE.

giovedì 26 marzo 2009

Il Voto

non voto da anni ma comincio a pensare sia un errore ...

L'ennesima denuncia di Stella cadrà nel vuoto. Mi piacerebbe sapere se come conseguenze dei due libri inchiesta La Casta e La Deriva, i politici abbiano attuato uno, dico un solo provvedimento per ridurre l'assurdo spreco del denaro pubblico.

In un paese "normale" questi signori sarebbero stati cacciati da tempo.

In una democrazia matura se chi governa delude, l'elettorato lo "sostituisce", dalle nostre parti lo si premia con un seggio alla camera o al senato ... Scapagnini e Cuffaro docet.

Essendo nato in Sicilia, quando dico queste cose mi si accusa di essere comunista, fossi nato in Toscana, mi avrebbero accusato di essere un fascista.

Il caso dell'assemblea siciliana è scandaloso, Lombardo vorrebbe ulteriori autonomie, vi immaginate le ragioni e soprattutto le conseguenze ...

Ma neanche in regioni governate dal centrosinistra le cose vanno meglio. La Regione Puglia ha se non sbaglio, 23 gruppi parlamentari su circa 60 consiglieri ... molti di questi gruppi sono rappresentati da UN solo consigliere che con questa scusa riesce a portarsi a casa (o a distribuire a parenti ed amici assunti nella segreteria del gruppo) circa 11 mila euro netti al mese.

Il dibattito politico a cui assistiamo ogni giorno, è stato volutamente ridotto ad un teatrino, litigano in TV e dopo vanno a cena nei ristoranti alla moda romani a spese nostre.

Porta a porta potrebbe essere presentata da Biscardi. Sembra una chiaccherata da bar dello sport, dove si assiste inermi a discussioni vuote che somigliano sempre più a schermaglie tra tifosi di fede calcistica diversa.

Tornando alla questione del voto, condivido totalmente l'opinione di Roberto Saviano intervistato a che tempo che fa ieri::
Non bisogna fare una scelta fra Destra e Sinistra al momento del voto ma scegliere la parte «legalitaria» di qualsiasi partito si intenda votare.


mercoledì 25 marzo 2009

In Italia la crisi minaccia la libertà di stampa

Riporto integralmente la traduzione di un articolo di Miguel Mora, pubblicato lo scorso 21 Marzo sul quotidiano spagnolo El Paìs.

Come ai tempi di Radio Londra, ormai siamo costretti in questo paese, ad elemosinare un pò d'informazione dall'estero ...


In Italia la crisi minaccia la libertà di stampa
Il Governo manovra per piazzare uomini di fiducia a capo dei giornali di maggior prestigio

Il cataclisma finanziario, la crisi pubblicitaria, l’adattamento all’universo digitale e i licenziamenti dei giornalisti sono temi comuni a tutti i giornali del mondo.

Molti esperti, e non pochi lettori, temono che tale situazione incida sulla qualità della stampa. In Italia, forse il paese europeo insieme alla Russia in cui il controllo politico dei media è meno discutibile, l’inquietudine è doppia.

Al duopolio televisivo, o più semplicemente monopolio assoluto, formato da Mediaset e RAI, potrebbe aggiungersi molto presto una sorta di rivoluzione della stampa.

Dietro a questo movimento tellurico in elaborazione risuona il solito nome: Silvio Berlusconi, magnate dei media e primo ministro, il cui nuovo obiettivo sono le due testate giornalistiche milanesi di maggior prestigio, Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano, e Il Sole 24 Ore, il principale giornale economico nazionale.

“Questa volta Berlusconi non farà prigionieri, vuole controllare tutto e lo farà”, dice Giancarlo Santalmassi, giornalista RAI dal 1962 al 1999 e direttore di Radio24 fino a quando, l’autunno scorso, fu allontanato dopo essere stato dichiarato nemico ufficiale del Governo del Cavaliere nel 2006.

Enzo Marzo, storico giornalista del Corriere, è pienamente d’accordo con Santalmassi; giovedì scorso, nel corso di un dibattito sulla libertà di stampa che si è svolto presso la sede della Commissione Europea a Roma, ha affermato che la battaglia per la direzione del giornale è già iniziata.

Il nucleo dirigente del gruppo RCS (editore di Unedisa in Spagna) e proprietario del Corriere, spiega Marzo, ha ritirato la fiducia al direttore del quotidiano, Paolo Mieli, e sta valutando due sostituti: il primo, Carlo Rossella, sponsorizzato da Berlusconi e il secondo, Roberto Napoletano, direttore de Il Messaggero che, come ricorda Marzo, “divenne famoso durante l’ultima notte elettorale perchè fu pizzicato da una telecamera mentre concordava al telefono con il portavoce di Casini (leader dei democratici dell’UDC e genero dell’editore del quotidiano) il titolo principale che avrebbe piazzato il giorno dopo”.

Rossella è il presidente di Medusa, società di distribuzione cinematografica di Berlusconi, ed ha ricevuto la benedizione de Il Giornale, quotidiano della famiglia del magnate che ha ricordato che il Cavaliere “lo tiene particolarmente a cuore e gli ha già dato l’incarico di dirigere le sue due più grandi testate, Panorama e TG5 [ il telegiornale di Canale 5]”.

All’interno del RCS, Rossella conta su altri importanti sostenitori: Diego della Valle, proprietario di Tod’s e della Fiorentina, e Luca Cordero di Montezemolo, patron della Fiat e del gruppo Ferrari e amministratore delegato de La Stampa.

Ma la parola di Berlusconi sarà quella decisiva, spiega senza ombra di pudore il quotidiano di suo fratello, perché mentre la crisi strangola i giornali, “l’intero sistema bancario dipende dal primo ministro”.

Napoletano ha le sue carte: non dispiace a Berlusconi ed è tra i pochi che comunicano telefonicamente con Giulio Tremonti, ministro dell’Economia ed editorialista de Il Messaggero.

Secondo Il Giornale il ministro “sa che il peggio della crisi economica sta per arrivare” e la sua idea è quella di piazzare Napoletano a Il Sole (proprietà, come Radio24, del patronato di Confindustria) e di passare al suo attuale direttore, Ferruccio de Bortoli, il timone del Corriere.

Se non parlassimo dell’Italia tutto questo affanno sarebbe inverosimile, degno al massimo di un articolo scandalistico. Ma tutte le fonti sono concordi nel segnalare che si tratta di “manovre serie e reali” il cui effetto causerà “un terremoto”.

Il malcontento del Governo nei confronti di un altro giornale, La Stampa di Torino, proprietà della Fiat è palese. Secondo l’entourage berlusconiano, il suo direttore Giulio Anselmi sarà tentato con un’altra importante poltrona: quella di presidente dell’agenzia ufficiale Ansa. Se dovesse accettare, prenderebbe il suo posto un direttore meno ostile al Governo.

Mentre questo disegno politico prende corpo, i media italiani cercano, per quanto possibile, di tener testa a questa tempesta. Il presidente del RCS Piergaetano Marchetti, che ha visto nel 2008 scendere i profitti del gruppo a 38 milioni di euro rispetto ai 220 milioni del 2007, ha confermato che stanno soffrendo “tagli pubblicitari feroci ed immediati”.

E il suo amministratore delegato ha annunciato che l’andamento del gruppo dei primi mesi dell’anno obbligherà a “una riduzione del personale”. “Bisogna agire sui costi e sui modelli economici in Italia e all’estero”.

Marco Benedetto, vicepresidente del Gruppo Espresso, prevede anch’egli “tagli e cambiamenti”. Ironicamente Benedetto non è pessimista sul futuro del settore: “Tra una decina d’anni sarà splendido”.



martedì 24 marzo 2009

Perché Raffaele Lombardo è così popolare?

Tony Zermo, il giornalista "d'assalto" della Sicilia, a cui questo blog dedica da tempo la sua attenzione, ha le idee chiare sulle ragioni che hanno portato l'attuale presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ad essere giudicato da un'indagine del Sole 24 ore curata da Ipr marketing, il governatore più "popolare" d'Italia.

La "popolarità" del presidente Lombardo, secondo Zermo, è da ricercare nel fatto che il leader del Mpa è l’unico che per la prima volta alza la voce per la sua terra e guida un partito autonomistico, alleato, ma non omologato al Pdl. E questo piace alla gente !

Ieri sera ho visto su Current TV (canale 130 bouquet sky), un'inchiesta curata da un ragazzo palermitano, Emanuele, sul voto di scambio in Sicilia e sul sistema clientelare che lo sostiene.

L'inchiesta ha un titolo che merita un'ulteriore analisi: Quannu mori l'erba tinta?

L'erba "tinta" cattiva non muore mai. Questa è la conclusione a cui è arrivato Emanuele. L'erba tinta è rappresentata dalla classe politica Siciliana che volutamente si prodiga per tenere la regione, in uno stato di degrado ignobile, costringendo i cittadini, ad elemosinare ogni singolo diritto, dal ricovero ospedaliero al posto di lavoro.

Il posto di lavoro è ormai senza dubbio, la risorsa più preziosa nell'Isola.

Suggerisco al giornalista catanese, di vedere questa inchiesta. Sono certo che lo aiuterà a rivedere parte delle sue teorie, in merito alle ragioni che stanno dietro al consenso espresso dai cittadini siciliani, al successore di Totò Cuffaro.

Recentemente altre inchieste sono state realizzate sul voto di scambio in Sicilia. Vorrei citare su tutte la puntata di Exit trasmessa da La 7 il 21 aprile "Il segreto dell'urna" di Claudia Di Pasquale e Teresa Paola che getta ombra sul ruolo dei patronati nella città di Catania durante le ultime elezioni regionali.

E' di Alfio Sciacca l'inchiesta in cui si denuncia l'assunzione di 500 persone durante la presidenza di Lombardo alla provincia di Catania. Secondo Sciacca, Catania è un serbatoio di voti a cui Lombardo attinge "arruolando" nel suo esercito ex missini, ex verdi, ex comunisti: l'importante è che portino consensi.

Merita una menzione anche il ritrovamento di una presunta lista di "raccomandati" che giustificherebbe, se fosse davvero confermata la tesi di chi ne ha denunciato l'esistenza, l'elezione plebiscitaria di Raffele Lombardo che, più di altri, sembrerebbe aver fatte sue queste "linee politiche" in barba ai principi basilari della democrazia ed alla legge contro il voto di scambio.

Alla luce di tutto ciò, ritengo che il movimento fondato da Raffaele Lombardo MPA, non abbia davvero nulla a che vedere con le esigenze reali di una "new governance", per la Regione Siciliana.

L'autonomia in Sicilia, esiste da 60 anni ed ha prodotto quello che è sotto i nostri occhi, degrado, clientele e sottosviluppo del territorio.

Temo invece che l'ulteriore autonomia richiesta dal movimento di Lombardo, abbia come scopo reale, la cancellazione dei pochi controlli ancora presenti sulle amministrazioni locali e sulla gestione delle risorse finanziarie, destinate al territorio.

Questo a tutto discapito della lotta contro la criminalità mafiosa, della crescita imprenditoriale in Sicilia, dell'innovazione e del sostegno dei lavoratori dell'isola.

A queste conclusioni non sono giunto solo io insieme a pochi gruppi di irriducibili bolscevici, ma esponenti di un certo rilievo della società civile, su tutti il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello che rivolgendosi all'assemblea regionale dice: "Qui la crisi economica è più pesante che nel resto del Paese". "Non è più tempo di distribuire risorse assistenziali a pioggia".

Paradossalmente l'unico modo per estirpare "l'erba tinta" siciliana, è l'accelerazione delle riforme federaliste propugnate dal movimento di Lombardo e dalla Lega Nord. In particolare mi riferisco alla realizzazione del federalismo fiscale che, se attuato realmente, chiuderebbe i "rubinetti" che hanno finanziato il sistema clientelare e di potere, di cui Lombardo oggi è il maggiore esponente.

sabato 21 marzo 2009

Come raddoppiare i fondi per i piani energetici e rispettare la volontà degli italiani

L'unione europea ha trovato un accordo sui fondi da distribuire per i grandi progetti nel settore energetico.

L'Italia e' tra i paesi piu' soddisfatti. I fondi assegnati al nostro paese, sono saliti a 450 milioni, rispetto ai 420 milioni "strappati" dopo un duro braccio di ferro tra Roma e Bruxelles.

I 5 progetti che ne beneficieranno saranno:
- il gasdotto Galsi (Algeria-Sardegna) (120 milioni);
- il cavo sottomarino tra Sicilia e Calabria (Sorgente-Rizziconi) (110 milioni);
- il gasdotto Itgi (dall'Azerbaigian all'Italia attraverso Turchia e Grecia) (100 milioni);
- l'interconnessione elettrica Italia-Malta (20 milioni);
- l'impianto di cattura e stoccaggio di Co2 a Porto Tolle (100 milioni).

Nella primissima versione l'Unione Europea aveva destinato all'Italia solo 220 milioni, questo senza dubbio è un successo della diplomazia del nostro paese.

Non è davvero facile in un periodo di crisi come questo, ottenere un finanziamento di 450 milioni di euro. Condivido quindi sinceramente, la soddisfazione dei rappresentanti del governo italiano.

Mi chiedo però, viste le difficoltà nel reperire fondi così cospicui, come si fa a buttare dalla finestra un importo ancora più elevato (460 milioni di euro) per accontentare la lega nord?

Qualche giorno fa il premier Silvio Berlusconi, ha invitato gli "amici" leghisti a non esagerare, certe richieste sono troppo anche per lui.

Comunque per non dispiacere alla Lega, contraria al referendum elettorale, il governo ha deciso di NON accorpare le elezioni europee, le amministrative, e il referendum in un'unica giornata. Questo scherzetto ci costerà appunto, 460 milioni di euro !

Con quei soldi si potrebbe garantire l'accesso alla larga banda nelle aree rurali e meno sviluppate del paese non fornite di accesso ADLS tramite il sitema WiMAX di cui ho parlato nel precedente post. O se proprio non vogliamo investire in tecnologia (tanto in Italia abbia tante materie prime a disposizione ...), potremmo utilizzare quei fondi per sostenere i lavoratori precari che hanno perso o perderanno a breve il loro posto di lavoro?

Demagogia vero? Si, sempre quando si toccano gli interessi della politica in questo paese.

Temere il giudizio del popolo mi pare in contraddizione con i "principi" che da sempre hanno ispirato i rappresentanti del Carroccio ... autodeterminazione dei popoli in primis e lo slogan ... "Padania" libera!

Libera evidentemente di fare però quello che desiderano i deputati (eletti senza una formale indicazione del popolo) più pagati del mondo ... inclusi i duri e "puri" leghisti !

venerdì 20 marzo 2009

Possibili scenari sul futuro dell'informazione in Italia

Su alcuni forum on line catanesi, per eliminare l'attuale monopolio dell'informazione gestita dal gruppo editoriale di Mario Ciancio, si propugna la creazione di un nuovo quotidiano cittadino.

L'esperimento con i Siciliani di Fava fallì e come saggiamente qualcuno faceva notare, non si vedono molti potenziali finanziatori all'orizzonte.

Comunque questa scelta a me non pare fattibile anche per un'altra serie di ragioni.

Tutte le testate sono in difficoltà perché almeno in Italia, con l'eccezione dei quotidiani sportivi, quasi nessuno legge i giornali.

La maggior parte dei giornali riesce a stare sul mercato grazie agli scandalosi finanziamenti statali. Questa situazione, in una democrazia, non è sostenibile e spero possa essere presto abolita questa legge che tratta in maniera non equa, società per azioni che in altri paesi, sarebbero destinate al fallimento.



L'abolizione del finanziamento pubblico ai giornali, sarebbe un toccasana per la democrazia nel nostro paese. Finanziare i giornali significa, in maniera subdola, nazionalizzare l'informazione.

Infatti se una fetta rilevante dei ricavi della stampa, dipendono piuttosto che dai lettori o dagli inserzionisti pubblicitari, dai politici che hanno approvato il finanziamento, sarà inevitabile che, nel migliore delle ipotesi, il giornale risulti compiacente nei confronti dei generosi (con i soldi pubblici) mecenati.

Quanto lontani siamo da quel concetto di giornalismo, auspicato dal compianto Giuseppe Fava.

La deriva dell'informazione in Italia è davanti agli occhi di tutti ed ogni anno, viene impietosamente testimoniata dalle classifiche stilate da Reporter Sans Frontières che al momento danno il nostro paese al 35° posto, dopo la Bosnia ed appena prima della Macedonia.

Riassumendo, credo oggi abbia molto più senso lanciare iniziative editoriali on line piuttosto che cartacee. Del resto i recenti fallimenti di testate storiche statunitensi, hanno ampiamente dimostrato che il futuro dell'informazione naviga sulla rete, dove le informazioni sono sempre aggiornate e "fresche", mentre i giornali presenti nelle edicole, danno notizie molto spesso già "vecchie".

A Catania ho scoperto, grazie anche all'iniziativa di report che ci sono diverse voci indipendenti ed anche preparate, quasi tutte on line ovviamente.

Vorrei segnalare la testata di un periodico distribuito anche gratuitamente in città nei quartieri periferici di Librino, Pigno, Zia Lisa, San Giorgio e Villaggio Sant’Agata http://www.laperiferica.it/.

Ma anche degli interessantissimi blog come quello gestito dal giornalista Carlo Lo Re da me citato come fonte in diversi post ed indicato tra i miei blogroll, così come 095 per non parlare ovviamente del Blog di Beppe Grillo che ha un numero di accessi impressionante ... non saranno solo di agenti della digos immagino :)

Poi per chi vuole espandere i propri orizzonti oltre ad Acireale o Gallarate suggerisco di visitare questo sito http://italiadallestero.info/ che riporta (traducendole) le notizie che le testate internazionali danno del nostro paese ... leggendo quelle news vi accorgete, surprise surprise ... quanto sia manipolata l'informazione in Italia.

Se avete ulteriori suggerimenti vi prego di segnalarli in modo da aggiornare il mio blogroll.

Tornando al tema del post, voi direte, ma la stragrande maggioranza dei catanesi e degli italiani, non legge le notizie su internet?

Questione di tempo, ne sono certo, del resto gli stessi non leggono neanche la Sicilia di Ciancio tranne il lunedì, rigorosamente dopo un gran goal di Mascara :)

Poi se non potete fare a meno di vedere la TV, sempre in rete ci sono delle televisioni indipendenti che trasmettono in streaming come Arcoiris o Eco TV. Se non ne potete più di politica e di inchieste e volete vedere un bel film, potrete trovare un catalogo da fare invidia a Sky e Mediaset su http://joox.net/ mentre se siete malati come il sottoscritto di calcio, seguire la vostra squadra del cuore su http://www.rojadirecta.com/ ... al prezzo di ... nulla tutto gratis !!

Cosa serve allora per poter realizzare tutto questo?

Servono le infrastrutture, perché se per accedere ad internet devo vivere in una grande città o spendere una fortuna ogni mese, allora per conoscere non mi rimane che emigrare. Del resto, come i recenti fatti hanno dimostrato, ha poco senso affidarsi per questo, al giornale di Ciancio che, per motivi a me ignoti, risulta essere molto apprezzato dai carrozzieri etnei e dagli operatori di mercato della tradizionale pescheria catanese.

Scherzi a parte, mai come oggi andrebbe auspicata la diffusione capillare della banda larga che, anche se non dimostrato scientificamente, sembra sia correlata al grado di sviluppo e competitività dei paesi in cui è pienamente realizzata (Finlandia docet).

Il WiMAX, sistema basato sullo standard IEEE 802.16, sembra la soluzione più economica e fattibile, vista la morfologia del nostro paese.

Purtroppo l'attuale crisi economica ha ridotto gli investimenti in infrastrutture degli operatori di telefonia che hanno posticipato i loro piani di sviluppo.

Ritengo però che lo stato italiano dovrebbe farsi carico di questo tipo di investimento, perché darebbe un nuovo stimolo all'economia ed allo sviluppo dell'intero sistema paese, altro che ponte sullo stretto o digitale terrestre ...

Iran - muore in carcere il blogger ribelle

Il grande Sandro Pertini diceva che libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile. Non può esistere piena libertà senza giustizia sociale come non può esistere una giustizia sociale senza libertà.

Un uomo però non è davvero libero se non gli è garantito il diritto ad essere informato. Solo così potrà prendere delle decisioni coerenti con i propri principi.

Sono convinto che il fenomeno del web 2.0, sarà citato nei libri di storia come una rivoluzione i cui impatti saranno superiori persino alla rivoluzione francese ed industriale.

La democrazia dal basso, salverà il nostro pianeta malato e l'informazione non sarà più solo monopolio di pochi.

Come tutte le rivoluzioni, questo cambiamento non sta avvenendo senza traumi.

In Italia i soloni della politica sono troppo vecchi per capirne l'impatto, tanto da sottovalutare clamorosamente il fenomeno Grillo la cui onda non è alta ... ma sarà decisamente lunga.

In altri paesi i blogger sono meno fortunati. Omidreza Mirsayafi un giovane iraniano di 29 anni, arrestato lo scorso 7 Febbraio dopo la sentenza della corte rivoluzionaria, è deceduto nei giorni scorsi in carcere.

A nulla sono valsi gli appelli di Reporter sans frontières, di liberare il giovane blogger.

Gli organi ufficiali hanno parlato di suicidio e per evitare ulteriori tensioni, il governo di Teheran ha deciso di togliere la censura da Face Book, cercando di utilizzare ancora una volta l'approccio carota-bastone.

Solidarietà alla famiglia del giovane iraniano ed un invito ad andare avanti verso questa battaglia di libertà a tutti i bloggers del mondo.

Questa battaglia di libertà è stata perduta, ma la guerra per ottenere un mondo migliore sarà vinta.

giovedì 19 marzo 2009

E mi pareva strano che Tony Zermo ...

E mi pareva strano cantavano Franco Franchi e Ciccio Ingrassia ...

Mi pareva strano cantavo pure io fino a ieri, che Tony Zermo non si fosse ancora stracciato le vesti denunciando le "calunniose" accuse emerse durante l'ormai notissima puntata di Report dedicata agli scandali della città etnea.

L'alter ego di Kaiser Sose-Ciancio(*), lo fa con il suo inconfondibile stile.

Una "sapida" intervista con il soprindentente di turno, Gesualdo Campo.

Ovviamente quello dichiarato dalla Gabanelli in Report domenica, o dai vari Exit, Anno Zero, Ballarò ecc. ... è tutto falso.

Catania è una città in cui si vive benissimo, peccato per i cani randagi ...

Certo con un degassificatore, una centrale nucleare, un ponte a campata unica, magari costruito proprio tra il capoluogo etneo e Villa San Giovanni (a Messina non lo apprezzerebbero) ed un bel Casinò con centro commerciale al posto del liotru al centro in piazza Duomo, sarebbe proprio un paradiso terrestre ...

I piccoli problemi di Catania, se ci sono, devono essere addebitati ad altro.

Una teoria tanto cara al giornalista catanese, presente nella sua rubrica Zermo Posta, indica come causa dei problemi della Sicilia e quindi di Catania, i fantomatici ed ineffabili (proprio come Kaiser Sose) "poteri forti del Nord" che hanno ridotto la nostra terra ad una colonia dopo l'unità d'Italia ...

Neanche Bossi o Borghezio, in uno dei loro discorsi deliranti sulla storia dei celti, davanti alle sponde del "Dio Po", avrebbero osato tanto ...

Fortunatamente a Catania ci sono i blogger come 095 a fare luce sulla verità ... Non se la prenda dottor Zermo, le suggerirei di andare a lezione da questi ragazzi per capire l'essenza del lavoro di un giornalista ...


(*) prima della trasmissione della Gabanelli, per me Mario Ciancio era una sorta di Kaiser Sose, un vero mistero. Adesso almeno ho potuto vedere il suo volto e leggere una sua opinione. Ho inoltre scoperto, ammetto la mia ignoranza che i giornalisti veri a Catania, ancora esistono.

mercoledì 18 marzo 2009

Una nuova piaga per la Sicilia ... la sfortuna !!

Dopo la siccità, l'Etna ed il traffico, Catania e forse la Sicilia tutta sembrano avere una nuova e più terribile piaga ... la sfortuna !!

Questa in sintesi la risposta, dopo tre giorni di silenzio, dell'editore/direttore del quotidiano catanese Mario Ciancio, alle dure critiche della trasmissione Report di domenica sera.

Nell'editoriale di Ciancio, in prima pagina accanto alla notizia del giorno "i cani randagi", Catania ha il solo difetto di essere una città sfortunata che di tutto aveva bisogno tranne che di una trasmissione di denuncia come Report.

Guarda che tra un pò i problemi di Catania, oltre ai cani randagi, sono da addebitare alla Gabanelli.

Se qualcuno l'ha dimenticato, l'indebitamento del comune di Catania, come ha dichiarato in un'intervista a radio radicale ieri Carlo Lo Re giornalista catanese di Milano Finanza, ammontano ad un miliardo e 23 milioni di Euro che divisi per i 297.842 residenti equivalgono a circa 34000€ per abitante, neonati compresi ...

Sempre secondo il giornalista catanese, non è affatto scontato che i 140 milioni di euro promessi dal governo vengano davvero elargiti al comune di Catania che, come prassi, intanto gli ha già inseriti in bilancio ...

Tornando al quotidiano catanese, a sostenere le tesi di Mario Ciancio interviene un'altra penna storica della Sicilia, Domenico Tempio. Secondo Tempio chi abbandona questa terra ha qualcosa evidentemente da nascondere alla sua coscienza dato che, cito testualmente:

L’imprenditore pulito rimane, non fugge. Affronta tutte le difficoltà che questa terra ha nel suo dna. Non varca confini per terre dai guadagni più facili.


Lascio ai miei pochi lettori siciliani ed emigrati come me al nord, ogni commento ...

Concludendo, in merito alle accuse/insinuazioni esposte sulla sua persona, Ciancio ritiene di non dover precisare nulla trattandosi di notizie artatamente deformate.

Fosse così, io al suo posto una querela alla redazione di Report la farei, dato che di guadagni facili in 13 anni non ne ho visti, ed un pò di soldini mi farebbero comodo per diminuire l'ammontare della rata del mutuo ...

martedì 17 marzo 2009

Libertà di stampa a Catania ... cani randagi e Peppe Mascara

Come ampiamente previsto, è durato solo un giorno sui media etnei (cioé sull'unica fonte d'informazione cittadina) l'eco creato dalla trasmissione Report trasmessa domenica sera.

Oggi il problema principale dell'isola è la presenza dei cani randagi "killer" ..

Per un attimo ... anzi per qualche ora, gli scandali denunciati da Report, hanno suscitato un sussulto nel giornalista della Sicilia che ha firmato l'articolo "Catania alla gogna in prima serata" ...

Fino alle 14 nel terz'ultimo capoverso risultava scritto:

Ed i funzionari del Comune che ricoprono lo stesso incarico per la Provincia e scrivono lettere a se stessi, rispondendosi. E poi le opere ferme da anni e le ipotesi di appalti controllati da Cosa nostra, il monopolio dell'informazione e la "strana" assenza dell'edizione locale di "Repubblica" nelle edicole catanesi.
Quasi comiche le immagini del Villaggio Goretti che sembra il Canal Grande tutte le volte che piove [...]


Qualche ora dopo spariva magicamente il riferimento al monopolio dell'informazione a Catania:

Ed i funzionari del Comune che ricoprono lo stesso incarico per la Provincia e scrivono lettere a se stessi, rispondendosi. E poi le opere ferme da anni e le ipotesi di appalti controllati da Cosa nostra.
Quasi comiche le immagini del Villaggio Goretti che sembra il Canal Grande tutte le volte che piove [...]


Immagino quale brutto quarto d'ora avrà trascorso l'autore del pezzo, si consoli potrà raccontare ai suoi figli che almeno per una volta, pur scrivendo per La Sicilia, ha reso onore alla professione di giornalista !

Visto che con la storia dei cani presumibilmente non si riuscirà a tirare per più di una settimana, in viale Odorico da Pordenone tutti pregano che Peppe Mascara segni sabato pomeriggio contro la Lazio, il terzo eurogoal della stagione ...

PS per correttezza vorrei sottolineare che anche la Repubblica se ne è guardata bene dal chiarire le ragioni che hanno condotto all'accordo citato sopra ... la colpa non mi pare minore che internet ci salvi ...

lunedì 16 marzo 2009

Report - Caso Catania uno scandalo senza limiti ...

Report, il rotocalco di informazione di Rai 3, ha ieri sera presentato l'ennesima analisi spietata del "modello" Catania.

Cosa deve essere scritto, detto e soprattutto denunciato per porre fine alla scandalosa gestione della città di Catania?

Il sistema non può essere "scardinato" democraticamente, solo il coraggio, la solerzia e l'onestà di un commissario, al di sopra delle parti e dell'ignobile casta di politici che ha fatto scempio della città di Catania, potrebbe porre qualche rimedio.

Chiarisco. Stancanelli, l'attuale sindaco eletto dopo 8 anni di "gestione" Scapagnini/Lombardo, dice bene che non tutti i cittadini che hanno votato il centrodestra sono dei delinquenti. Questo successo è anche figlio della "consistenza" del centrosinistra locale, paragonabile ad un'ectoplasma.

Comunque se in un quartiere come Librino, il 90% della popolazione vota per la terza volta consecutiva, gli stessi politici che hanno creato quelle condizioni di degrado e scempio, allora viene da pensare che gli strumenti delle democrazie moderne, non possono essere applicati in una città che in meno di 30 anni da Milano del Sud è stata trasformata, con tutto il rispetto, in una sorta di Mogadiscio del Nord.

Durante l'inchiesta di Report, un ingegnere ha denunciato il criterio con cui i politici locali ed i loro "compari mafio-imprenditori" derubano sistematicamente con il meccanismo degli appalti e delle consulenze, i contribuenti italiani.

A "Cianciopoli" i cittadini devono essere tenuti nell'ignoranza e per dirla alla catanese "sutta scupa" (sotto la scopa).

Calati iunco ca passa la china, diranno stamani, dimostrando la loro incredibile spudoratezza, i personaggi denunciati dall'inchiesta ed ai catanesi rimarrà la consolazione della squadra in serie A e della festa di Sant'Agata ..

Purtroppo dal mio osservatorio "privilegiato" di catanese che ha lasciato la propria terra, lavora e non deve dire grazie a nessuno, tutto appare ormai inesorabilmente perduto.

mercoledì 11 marzo 2009

Se a pensare quanto sia triste ...

Il dolore è un sentimento che preferisco tenere dentro gelosamente.

I miei genitori mi hanno insegnato a sorridere sempre alla vita e questo lo ritengo un grande dono.

Ho ricevuto una lettera da Claudio (Chillemi) poeta e scrittore ma soprattutto nipote e cugino di chi oggi non c'é più e di chi quel dolore vorrebbe cancellarlo in un attimo ...

Claudio spero tu non ne abbia a male se condivido con tutti il tuo affettuoso pensiero a papà.

Carissimo,
ti invio una poesia che ho scritto per tuo padre il giorno in cui ci ha lasciato, non te l'ho data prima perché mi sembrava inadeguato visto il momento. Ti invio anche il racconto l'ultima visita (quello che ha vinto il premio guareschi)non so se lo hai letto, ma parla di qualcosa di molto vicino a quello che ti è capitato. Spero che questi scritti ti facciano compagnia.
Claudio



Se a pensare quanto sia triste
La tristezza venisse meno
Ci penserei ogni momento
Ad ogni angolo del mio pensiero.

Se ci fosse un momento in cui il dolore
Fosse più intenso, lo farei mio
Per disperderlo nel vento…
Ma non esiste nessun tormento,
nessuna chiave, nessuna svolta,
che non sia già stata usata
e non si sia capovolta.

Ecco allora solo il tempo,
banale frase del momento, che
s’insinua dolce e schietto
tra le pieghe dell’intelletto…

E’ così, che chi è andato via,
Torna allegro e sorridente,
torna robusto e irriverente
ad affollare la tua mente,
vibrante e leggero come l’aria
che inspiriamo senza sosta
per sentirci vivere anche quando
non ce ne accorgiamo,
respirando un po’ anche
per chi non vediamo.

A Salvo Monastra - 2 marzo 2009