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sabato 3 gennaio 2009

Il concetto etico del giornalismo ...


« Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. »

Mai come oggi sono attuali le parole di Pippo Fava. Il 5 Gennaio 1984, esattamente 25 anni fa, Nitto Santapaola decise di spegnere quella voce, con cinque proiettili calibro 7,65 sparati alla nuca da Aldo Ercolano e Maurizio Avola, killer della cosca del capo mafia catanese.

Evidentemente, con buona pace dei detrattori del giornalista catanese, l'articolo intitolato I quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa che denunciava le attività illecite di quattro imprenditori catanesi, Carmelo Costanzo, Gaetano Graci, Mario Rendo e Francesco Finocchiaro, aveva colpito nel segno.

Dopo cinque lustri l'informazione a Catania ha subito un'ulteriore involuzione. Un unico editore (padrone) Mario Ciancio che impone di fatto un solo quotidiano, impedendo a testate nazionali come la Repubblica, financo di creare una pagina locale.

Caro Pippo ci manchi, siamo stanchi di "giornalai" che propugnano la costruzione di inutili ponti sullo stretto di Messina ed invitano i ragazzi siciliani a mangiare pane ed olive piuttosto che mettersi in discussione cercando altrove la possibilità di crescere professionalmente.

Se Catania è regredita così tanto negli ultimi 25 anni (altro che Milano del Sud), è forse dovuto anche a quei "giornalisti" che hanno sposato un'etica che è agli antipodi da quella da te auspicata quasi 30 anni fa.

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