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venerdì 19 febbraio 2010

Birbantelli oggi mariuoli ieri ... ladri sempre

All'indomani dell'arresto di Mario Chiesa che diede inizio all'indagine giudiziaria nota oggi come tangentopoli, Bettino Craxi commentò dicendo che si trattatava di un mariuolo isolato.

La storia ci ha detto che era "riduttiva" l'analisi del segretario socialista anche se gran parte di quella classe dirigente, in stile gattopardesco, ha semplicemente cambiato casacca o ruolo, continuando a fare sfaceli all'interno della pubblica amministrazione.

Gianfranco Fini ha posto dei distinguo tra le vicende attuali di corruzione ed i fatti di tangentopoli. Secondo il presidente della camera, durante tangentopoli si rubava per il partito oggi si ruba per motivi personali. Ci vorrebbe più che un post su un blog per discutere questa "sottigliezza".

A mio parere chi rubava per acquisire poteri all'interno di un partito (ad esempio comprando tessere) lo faceva per motivi strettamente personali.

Come Craxi ieri, non a caso beatificato dall'attuale maggioranza, anche il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, dopo aver inveito contro i magistrati (comunisti ieri, affiliati alla CIA oggi) ed aver sciolto i suoi cani mediatici che invece di evidenziare le presunte attività illecite, hanno sottolineato la necessità di ridimensionare lo strumento d'indagine usato - le intercettazioni telefoniche, ha definito birbantelli i politici scoperti a rubare, promettendo una riforma più severa sui reati di corruzione e rischiando, a parere di chi scrive, la clamorosa auto espulsione dalla vita politica del paese, annunciando l'esclusione dal partito degli eventuali condannati (Ciarrapico e Dell'Utri sono avvisati). Come finirà questa storia non lo so, ma diciamo che l'inizio fa ben sperare ...

Stamattina durante un dibattito televisivo su La 7 è passato ancora una volta, in maniera più o meno velata, il messaggio che tutti rubano e quindi ... nessuno è colpevole.

In una intervista al giudice Piercamillo Davigo rilasciata al quotidiano il fatto alla domanda L’hanno ripetuto per la beatificazione di Craxi: rubano tutti. il magistrato ha risposto - Quando sento questa frase, mi vien voglia di ribattere: "Ah sì, ruba anche lei?". Quello risponderà: "No". "Ecco, vede? Siamo almeno in due che non rubiamo"…

giovedì 18 febbraio 2010

Una cupola italiana nello spazio

L'ultima missione dello Space Shuttle STS-130 Endeavour parla un pò l'italiano.

Gli astronauti hanno infatti installato un ulteriore modulo nella Stazione Spaziale Internazionale chiamato "Cupola". Il modulo spaziale di osservazione è stato costruito da varie industrie con la supervisione di Alenia Spazio.

Assemblaggio della Cupola alla Stazione Spaziale Internazionale (source NASA Feb. 17, 2010)

La Cupola ospiterà gli strumenti di controllo per i robot esterni della stazione, permettendo ai membri dell'equipaggio di manovrarne le braccia e monitorare le altre attività nello spazio.

La vista mozzafiato, permetterà anche agli astronauti di rilassarsi leggendo un libro e godendo dell'opera meravigliosa del creatore.

Vista del deserto del Sahara dalle sette finestre della nuova Cupola dall'interno della ISS Stazione Internazionale Spaziale (source NASA Feb. 17, 2010)

martedì 16 febbraio 2010

Andare a prostitute con i soldi degli italiani.

Il ministro degli interni britannico Jacqui Smith, decise di dimettersi lo scorso anno perché incluse in una nota spese di un hotel, il costo dell'acquisto in pay tv di due film pornografici effettuato dal marito.

Noi italiani guardiamo con occhio decisamente più tollerante, gli scandali sessuali dei nostri politici. Durante tangentopoli i giudici si complimentarono con un noto ministro socialista amante di discoteche e belle donne che amava trascorrere tutte le notti con ben due allegre e generose prostitute. Peccato, come sottolinearono i magistrati che anche in quel caso, in maniera più o meno esplicita, il "conto" fosse alla fine stato indirettamente pagato dagli italiani.

E' bene sottolineare che l'opinione pubblica britannica non si è posta il problema dei gusti discutibili del marito del ministro, ma ha manifestato il proprio sdegno per l'utilizzo dei soldi pubblici per fini che definirei eufemisticamente privati.

Non mi scandalizza l'idea che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, piuttosto che il capo della protezione civile Guido Bertolaso, abbiano avuto rapporti con prostitute (escort e massaggiatrici sono in questo caso solo sinonimi della professione più antica del mondo), quello che mi fa infuriare è che il conto debba pagarlo io come contribuente.

Va da se infatti che se un imprenditore decide di "offrire" prestazioni sessuali "gratuite" al politico di turno, lo fa perché si aspetta un tornaconto che si traduce nella non scelta di un competitore più onesto, magari capace di realizzare le infrastrutture del bando di gara a costi inferiori per la comunità.

La corte dei conti ha stimato fra i 50 e i 60 miliardi l'anno il costo della corruzione nella pubblica amministrazione per i contribuenti.

Sono certo che in un periodo di crisi così nera per l'economia, dove ogni giorno centinaia di persone perdono il proprio posto di lavoro, se gli italiani vedessero sottratti dai propri conti corrente 500 euro al mese, dimostrerebbero meno benevolenza nei confronti di questi politici, chiamandoli nel solo modo con cui si appellano gli uomini che rubano - ladri !!

lunedì 8 febbraio 2010

Good news da palazzo Chigi ...

Il Ministro Alfano ha dichiarato che il premier Berlusconi vuole assolutamente farsi giudicare dai tribunali che lo stanno processando. Purtroppo il premier dovrebbe sottrarre tempo al governo per prepararsi ai dibattimenti, quindi la necessità di dotarlo di una speciale indennità.

Soluzioni simili erano state pensate per Carlos Menem in Argentina e Augusto Pinochet in Cile. Paesi con grandi tradizioni democratiche ...

Ci era sfuggito questo intento, visti tutti i provvedimenti approvati (rogatorie, processi brevi ecc.) da un parlamento paralizzato dall'agenda personale del premier che avevano lo scopo o di far cadere in prescrizione i processi in oggetto, o "disinnescare" in maniera retroattiva i reati addebitati, depenalizzandoli "casualmente".

Come italiano convinto di vivere in un paese civile, mi sento risollevato.

Mi aspetto in giornata anche la conferma della riduzione delle tasse, come paventato dal presidente del consiglio, nonostante gli indicatori di finanza pubblica: tendenziali ed obiettivi, forniti dallo stesso governo(*), registrino un aumento della pressione fiscale rispetto perfino al vituperato Romano Prodi e non in ultimo, la smentita che Babbo Natale non esiste ...




(*) la Relazione previsionale e programmatica che ha accompagnato la Legge finanziaria ha evidenziato come la pressione fiscale nel 2008 (anno a metà tra Prodi e Berlusconi) fosse pari al 42,8% del Pil italiano. Nel 2009, sotto il governo Berlusconi essa è aumentata, passando al 43%. Un dato che nell’ultimo documento ufficiale, la nota di aggiornamento 2010-2012 presentata pochi giorni fa, viene lievemente corretto al 42,9%, comunque superiore al 2008. Quindi, il governo Berlusconi, cifre di Tremonti alla mano, ha aumentato – seppur lievemente – e non diminuito la pressione fiscale.

mercoledì 3 febbraio 2010

La lezione del default argentino

Una combinazione tra errata politica monetaria, corruzione della classe politica, svendita delle aziende di stato e non gestione del debito pubblico, ha portato qualche anno fa, uno paese ricco e prospero come l'Argentina, al default.

Come non trovare delle similitudini tra l'attuale stato di sofferenza dell'economia italiana e quello del paese sudamericano?

D'accordo, ammetto si tratti di una forzatura, ma non notare aspetti comuni sarebbe una negazione della realtà.

La classe politica italiana, ha livelli di corruzione inauditi in un paese occidentale. Ci sono più pregiudicati in parlamento che in un bar di periferia aperto di notte.

Lo spreco delle risorse pubbliche ha raggiunto livelli di indecenza. La regione Sicilia, come ha denunciato una recente inchiesta del quotidiano francese Le Figarò, si è permessa di aumentare del 38% lo stipendio "dell'esercito" dei suoi dipendenti che guadagnano mediamente quasi 43 mila euro l'anno ...

Non ci vuole una laurea in economia ad Harvard per capire che l'unico modo per evitare di fare la stessa fine dell'Argentina sia ridurre l'ammontare del debito pubblico, tagliando tutti gli sprechi della pubblica amministrazione, controllare le aziende strategiche come quelle legate all'energia, trasporti, acqua e telecomunicazioni e ridare dignità alle istituzioni occupate da mediocri e persone che dovrebbero stare nelle patrie galere.

Credo valga la pena cercare di comprendere meglio il caso argentino, per imparare la lezione subita da quel popolo ed evitare che questo avvenga anche nel nostro paese.