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giovedì 24 luglio 2008

Tea in the Sahara ...

Niente a vedere con il celebre successo dei Police. Si tratta invece di un progetto ambizioso che potrebbe permettere all'Europa di essere autonoma dalle fonti di energia non rinnovabili come petrolio ed uranio, in tempi assolutamente ragionevoli - circa 30-40 anni.

A fornire questa incoraggiante prospettiva, un progetto presentato da Arnulf Jaeger-Walden, della Commissione Europea, durante l'Euroscience Open Forum di Barcellona.

Una centrale solare realizzata nel deserto del Sahara, su una superfice di poco inferiore a quella del Galles, sarebbe in grado di catturare circa lo 0,3% dell'energia solare che ogni anno viene irradiata in quell'area. La trasmissione dal Nord Africa dovrebbe avvenire grazie a linee di trasmissione High voltage direct current (HVDC) che per tratte a lunga distanza e con tensioni d'esercizio estremamente elevate, risultano essere molto più efficienti in termini di perdite, delle tradizionali linee a corrente alternata.

Il costo per realizzare sia le infrastrutture di trasmissione che la centrale, si aggirerebbe intorno ai 450 miliardi di euro (comparabile al prezzo che l'Europa paga ogni anno per importare l'oro nero). Con questo investimento, secondo i calcoli di Jaeger-Walden, potrebbero arrivare dall'Africa 100 GW di energia, cioè una quantità superiore a tutta quella che viene attualmente prodotta in Gran Bretagna.

Jaeger-Walden ha aggiunto inoltre che questo tipo di soluzioni energetiche potrebbero ridurre drasticamente i costi per l'utenza. Al momento, a Leipzig in Germania, è in fase di realizzazione la più grande centrale solare al mondo ed il costo della struttura per Watt è intorno ai 3.25€. Se potessimo realizzare questo tipo di soluzione nell'Italia meridionale (dove l'energia solare irradiata è circa 3 volte superiore a quella del nord Europa), il prezzo dell'elettricità risulterebbe contenuto in un range di 15 cents per kWh, inferiore al costo medio attualmente pagato.

Il piano ha già ottenuto l’approvazione del presidente francese Nicolas Sarkozy e del premier britannico Gordon Brown. Speriamo che, viste le analoghe potenzialità delle regioni del sud Italia, qualcuno dei nostri illuminati politici si svegli e decida di contribuire alla realizzazione di questo progetto e invece che perder tempo su tecnologie vetuste, scelga strategicamente di puntare su soluzioni energetiche rinnovabili come il sole e l'energia geo termica che offrirà simili opportunità nei prossimi decenni, a paesi come l'Islanda.

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