Un grande siciliano: Giovanni Falcone, disse una volta:
Chi non ha paura di morire muore una volta sola ...
Per me è facile, dal mio piccolo aventino finnico-meneghino, parlare di coraggio e legalità. Dire cosa è giusto e sbagliato, non esitare a prendere posizione su tutto e tutti ... molto semplice quando si è liberi grazie ad una splendida famiglia, ad un lavoro guadagnato a prezzo di grossi sacrifici, per il quale non si deve dire grazie a nessuno, ma soprattutto quando non si è costretti, nostro malgrado, a vivere la vita da eroi ...
Parlare di coraggio per Giovanni Crescente (già citato nel post Impresa in Sicilia ... si può fare) è certamente meno semplice. Nel suo articolo pubblicato sul numero 2 di "le nostre imprese" del giugno 2008 edito da Confindustria Caltanissetta, il Direttore di Confindustria CL e AG, parla di aver coraggio in Sicilia.
Mi piace molto come Giovanni affronta il tema. Non assume mai alcun atteggiamento vittimistico, ma analizza con lucidità le sfide che un imprenditore siciliano è costretto ad affrontare se vuole fare impresa nella propria terra.
Per Giovanni, l'imprenditore in Sicilia, non deve solo gestire i naturali rischi legati al business, ma deve scegliere quotidianamente la strada della legalità, non accettando "compromessi" ... vivendo la propria vita con coraggio quindi.
Non so se Giovanni avrà modo di leggere il mio modesto commento al suo articolo, ma mi piacerebbe citargli, un brano del Gattopardo diverso da quello noto, menzionato nel suo, tra Tancredi e Don Fabrizio "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Mi riferisco, invece, all'incontro tra il principe di Salina ed il piemontese Chevalley.
Come scrissi qualche tempo fa commentando un articolo di Riccardo Paterni, spero proprio che oggi Don Fabrizio, grazie agli onesti imprenditori radicati nel territorio ed a persone come Giovanni Crescente, possa essere smentito.
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