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martedì 9 settembre 2008

Prendi i soldi e scappa ...

Non ci occupiamo di cinema oggi, ci piacerebbe parlare di Prendi i soldi e scappa ((Take the money and Run (1969) ) e dedicare due righe al genio di Woody Hallen, in realtà a prendere i soldi e darsi alla fuga, sono stati gli artefici del nuovo sacco di Catania.

Ovviamente oltre ad Umberto Scapagnini, tra i protagonisti di questo "cult movie" non è possibile omettere il vero "puparo" della politica catanese, Raffaele Lombardo che, prima di essere eletto alla presidenza della provincia, ha anche ricoperto la carica di vice sindaco della prima giunta "sciampagnino".

La fuga dei due principali protagonisti è anomala, perché invece di recarsi in un'isoletta incantata nei mari del sud, continuano a fare danni all'interno della pubblica amministrazione italiana. Anomala certo in un paese normale ... non in Italia.

Così il professore partenopeo, ha deciso di godersi il suo "meritato" riposo in parlamento, mentre l'astro della politica siciliana, dopo aver piazzato il suo delfino Stancanelli (bella "sola" questa, adesso capisco l'appellativo dato al neo-sindaco dai suoi detrattori) a palazzo degli Elefanti, regge adesso le sorti della regione Siciliana ... quale miglior garanzia per assicurare la giusta continuità con il suo più celebre predecessore, Totò Vasa Vasa ...

Francesco Bruno 62 anni, da 18 mesi a capo dell'ufficio di Ragioneria Generale del comune di Catania, ha ridimensionato le cifre del buco di bilancio (circa 400 milioni di euro contro il miliardo denunciato dai maggiori media nazionali) ma ha detto chiaramente che senza l'intervento di "pantalone", a fine mese non si potrà che prendere atto del fallimento del comune etneo.

Questa sarà la mazzata finale su una città che a mia memoria, non era mai scesa così in basso.

Facile fare polemiche sulla classe politica etnea oggi, meno facile immaginare il dramma di quelle famiglie che questo dissesto pagheranno sulla loro pelle, partendo dai dipendenti comunali e dai fornitori che vedranno con tutta probabilità, andare in bancarotta le loro aziende e non ultimo dai cittadini catanesi che per godere dei servizi pagati con le loro tasse, saranno costretti ad emigrare in lidi meglio amministrati.

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