Piazzale Lavater a Milano cartelli di protesta anti Moratti
Facendo un giro per Milano si capisce subito che i consensi ottenuti da Giuliano Pisapia al primo turno delle elezioni milanesi, siano più dovuti ai demeriti dell'attuale sindaco Letizia Moratti che alle qualità di un uomo che tutti, compreso gli avversari politici più onesti ed equilibrati, ritengono un vero e proprio galantuomo.
Certo se un sindaco uscente che investe qualcosa come 20 milioni di euro per una campagna elettorale, ottiene solo il 41% alle urne, allora vuol dire che i cittadini che lo avevano votato, hanno voluto chiaramente dire che la persona ha fallito nell'amministrare la propria città.
Ma chi si aspettava toni diversi nella contro offensiva del centro destra, basati su un confronto tra progetti e la capacità di amministrare la città, è rimasto deluso.
Il PDL sta tentando di innescare, con tentativi tanto patetici che grossolani, cupe paure tra i cittadini. Daniela Santanchè (nata Garnero) ha affermato che una sconfitta della Moratti (nata Brichetto Arnaboldi), porterebbe la droga a Milano che si sia consultata con l'ex sottosegretario Miccichè che la cocaina se la faceva portare direttamente al ministero dell'economia?
Umberto Bossi, un altro di quelli del partito dei moderati, ha dato semplicemente del pazzo all'avvocato milanese. Secondo l'arguto leader ella lega, Pisapia starebbe progettando un'invasione di centri sociali, ROM e musulmani.
La Moratti, sollecitata da più parti, ha si promesso di chiedere scusa a Pisapia per le sue calunniose accuse, ma a condizione di avere la possibilità di effettuare un nuovo confronto televisivo ... scuse condizionate.
A Milano si dice "in temp de guera pusé bal che tera" ...
In tempo di guerra ci sono in giro più balle che pezzi di terra ... A questa massima popolare, evidentemente, continuano ad ispirarsi i sostenitori e gli ideatori della campagna elettorale della Moratti.
Resterò prudente promesso, ma se nelle prossime settimane invece di parlare di Milano, il Giornale e la Moratti accuseranno Giuliano Pisapia nell'ordine, di essere il mostro di Firenze, di mangiare i bambini come tutti i suoi amici terroristi comunisti e di volere abbattere il duomo per costruire al suo posto una copia in grandezza naturale della Ka'ba ... allora metterò in fresco lo champagne :-)
Il blog di Filippo Monastra ... liberi pensieri su tutto quello che mi passa per la testa ...
venerdì 20 maggio 2011
giovedì 12 maggio 2011
La Moratti usa il metodo Boffo
La Moratti evidentemente in difficoltà e temendo davvero di perderle le elezioni a sindaco contro l'avversario Giuliano Pisapia, ieri durante il confronto su Sky ha deciso di buttarla in caciara usando il metodo Boffo ... accusando senza possibilità di replica, il candidato del centro sinistra, di essere stato condannato per furto d'auto e poi amnistiato 40 anni fa !!!
Ma facciamo un passo indietro, nella campagna "pro Moratti" forse per mancanza di contenuti veri, si è parlato di toghe rosse, comunisti che non si lavano e presunti terroristi ladri d'auto ... poco o niente in merito ai progetti per Milano o ai fallimenti dei suoi 5 anni di sindaco ... dell'expo ancora non è stato scelto neanche il logo ...
Parla di amnistia. Dice che l'amnistia non è uguale ad assoluzione ... ma dimentica che Silvio Berlusconi nel 1990 , era imputato per il reato di Falsa Testimonianza e ha beneficiato dell'amnistia ...
Parla di frequentazioni pericolose, smentite poi in serata da un ex dirigente di prima linea, ma non fa riferimento alle frequentazioni del suo capo con mignotte, papponi e mafiosi stallieri ...
Ma evidentemente è molto più grave la condotta di Pisapia (essere stato accusato di rapina, l'assoluzione non conta) piuttosto che quella della Moratti, che in fondo è stata condannata in via definitiva per cose di poco conto:
Marzo 2009: La Corte dei conti della Lombardia condanna la giunta Moratti a pagare 263 mila euro perché, all'inizio del suo mandato, nel 2006 aveva autorizzato consulenze e nomine dirigenziali illegittime a Palazzo Marino, causando un danno erariale (il pm aveva inizialmente chiesto un risarcimento di 7 milioni)!
Ottobre 2010: Letizia Moratti è stata condannata in appello dalla Corte dei conti del Lazio a pagare 50mila euro per una consulenza da oltre 180mila euro affidata a Ernst&Young nel 2001, quando era ministro dell'Istruzione. La Corte dei conti ha giudicato "antigiuridico e produttivo di danno erariale il conferimento di incarichi per attività alle quali si possa far fronte con personale interno".
Come ha scritto qualcuno, tirare fuori un argomento del genere, per giunta falso o quantomeno incompleto, all'ultimo secondo della trasmissione, sapendo che l'avversario non avrà diritto di replica, è una mossa di tipo squadrisitico che la dice lunga sull'onestà politica della Moratti, tipica rappresentante di questo ceto politico cialtrone.
Ma facciamo un passo indietro, nella campagna "pro Moratti" forse per mancanza di contenuti veri, si è parlato di toghe rosse, comunisti che non si lavano e presunti terroristi ladri d'auto ... poco o niente in merito ai progetti per Milano o ai fallimenti dei suoi 5 anni di sindaco ... dell'expo ancora non è stato scelto neanche il logo ...
Parla di amnistia. Dice che l'amnistia non è uguale ad assoluzione ... ma dimentica che Silvio Berlusconi nel 1990 , era imputato per il reato di Falsa Testimonianza e ha beneficiato dell'amnistia ...
Parla di frequentazioni pericolose, smentite poi in serata da un ex dirigente di prima linea, ma non fa riferimento alle frequentazioni del suo capo con mignotte, papponi e mafiosi stallieri ...
Ma evidentemente è molto più grave la condotta di Pisapia (essere stato accusato di rapina, l'assoluzione non conta) piuttosto che quella della Moratti, che in fondo è stata condannata in via definitiva per cose di poco conto:
Marzo 2009: La Corte dei conti della Lombardia condanna la giunta Moratti a pagare 263 mila euro perché, all'inizio del suo mandato, nel 2006 aveva autorizzato consulenze e nomine dirigenziali illegittime a Palazzo Marino, causando un danno erariale (il pm aveva inizialmente chiesto un risarcimento di 7 milioni)!
Ottobre 2010: Letizia Moratti è stata condannata in appello dalla Corte dei conti del Lazio a pagare 50mila euro per una consulenza da oltre 180mila euro affidata a Ernst&Young nel 2001, quando era ministro dell'Istruzione. La Corte dei conti ha giudicato "antigiuridico e produttivo di danno erariale il conferimento di incarichi per attività alle quali si possa far fronte con personale interno".
Come ha scritto qualcuno, tirare fuori un argomento del genere, per giunta falso o quantomeno incompleto, all'ultimo secondo della trasmissione, sapendo che l'avversario non avrà diritto di replica, è una mossa di tipo squadrisitico che la dice lunga sull'onestà politica della Moratti, tipica rappresentante di questo ceto politico cialtrone.
mercoledì 11 maggio 2011
L'importanza del lavoro di team
Quando guardo una partita del Barcellona capisco quanto sia importante, a prescindere dai talenti in squadra, il lavoro di team.
Sia sul posto di lavoro o su un campo di calcio, o anche tra i membri di una comunità, un lavoro di team efficace sarà sempre in grado di produrre risultati incredibili.
Tuttavia, lavorare con successo come un vero team non è così facile come può sembrare. Un lavoro di team efficiente certamente non avviene automaticamente, ma richiede una grande quantità di duro lavoro e l'accettazione di compromessi.
Ci sono una serie di fattori che devono essere realizzati per creare un team in grado di lavorare in maniera efficiente e senza problemi.
Una buona leadership
Una leadership efficace è una delle componenti più importanti per un buon lavoro di team. Il leader del team dovrebbe possedere le competenze per creare e mantenere un ambiente di lavoro positivo e motivare e ispirare i membri del team ad adottare un approccio positivo verso il lavoro e coinvolgere ogni membro della squadra. Un team leader efficace deve promuovere e sostenere nel comportamento di tutti i giorni, un elevato livello di valori etici. Non ultimo, un buon leader deve essere in grado di valorizzare e supportare ogni singola risorsa del team.
Una comunicazione chiara
La comunicazione è un fattore vitale di tutte le interazioni interpersonali e soprattutto quella di una squadra. I membri del team devono essere in grado di articolare i loro sentimenti, esprimere progetti e obiettivi, condividere idee e punti di vista.
Stabilire ruoli
E 'assolutamente necessario che i membri del team capiscano quale sia il loro ruolo nel team e le proprie responsabilità. Il leader del team deve definire all'inizio della creazione del team, gli obiettivi e gli impatti in modo chiaro.
Risoluzione dei conflitti
Inutile illudersi, i conflitti sorgeranno non importa quanto bene un team funziona insieme. Il modo migliore per contrastare il conflitto è quello di avere metodi strutturati di risoluzione dei conflitti. I membri del team dovrebbero essere in grado di esprimere le loro preoccupazioni, senza timore di offendere gli altri. Invece di evitare problemi di conflitto, un approccio pratico che consente di risolvere rapidamente loro è molto meglio. Spesso è consigliabile che il leader del team si sieda con le parti in conflitto e le aiuti a lavorare sulle loro differenze, senza prendere posizione e cercare di rimanere obiettivo, se possibile.
Dare il un buon esempio
Il team leader deve dare il buon esempio, mostrando praticamente come si puo lavorare bene in team. Al fine di mantenere i membri del team positivi, coinvolti e motivati, il team leader ha bisogno di mostrare queste qualità. Non essere coerenti con questi principi può avere effetti disastrosi, perché il team potrebbe consolidare cattive pratiche amplificando le negatività espresse dal leader.
Sia sul posto di lavoro o su un campo di calcio, o anche tra i membri di una comunità, un lavoro di team efficace sarà sempre in grado di produrre risultati incredibili.
Tuttavia, lavorare con successo come un vero team non è così facile come può sembrare. Un lavoro di team efficiente certamente non avviene automaticamente, ma richiede una grande quantità di duro lavoro e l'accettazione di compromessi.
Ci sono una serie di fattori che devono essere realizzati per creare un team in grado di lavorare in maniera efficiente e senza problemi.
Una buona leadership
Una leadership efficace è una delle componenti più importanti per un buon lavoro di team. Il leader del team dovrebbe possedere le competenze per creare e mantenere un ambiente di lavoro positivo e motivare e ispirare i membri del team ad adottare un approccio positivo verso il lavoro e coinvolgere ogni membro della squadra. Un team leader efficace deve promuovere e sostenere nel comportamento di tutti i giorni, un elevato livello di valori etici. Non ultimo, un buon leader deve essere in grado di valorizzare e supportare ogni singola risorsa del team.
Una comunicazione chiara
La comunicazione è un fattore vitale di tutte le interazioni interpersonali e soprattutto quella di una squadra. I membri del team devono essere in grado di articolare i loro sentimenti, esprimere progetti e obiettivi, condividere idee e punti di vista.
Stabilire ruoli
E 'assolutamente necessario che i membri del team capiscano quale sia il loro ruolo nel team e le proprie responsabilità. Il leader del team deve definire all'inizio della creazione del team, gli obiettivi e gli impatti in modo chiaro.
Risoluzione dei conflitti
Inutile illudersi, i conflitti sorgeranno non importa quanto bene un team funziona insieme. Il modo migliore per contrastare il conflitto è quello di avere metodi strutturati di risoluzione dei conflitti. I membri del team dovrebbero essere in grado di esprimere le loro preoccupazioni, senza timore di offendere gli altri. Invece di evitare problemi di conflitto, un approccio pratico che consente di risolvere rapidamente loro è molto meglio. Spesso è consigliabile che il leader del team si sieda con le parti in conflitto e le aiuti a lavorare sulle loro differenze, senza prendere posizione e cercare di rimanere obiettivo, se possibile.
Dare il un buon esempio
Il team leader deve dare il buon esempio, mostrando praticamente come si puo lavorare bene in team. Al fine di mantenere i membri del team positivi, coinvolti e motivati, il team leader ha bisogno di mostrare queste qualità. Non essere coerenti con questi principi può avere effetti disastrosi, perché il team potrebbe consolidare cattive pratiche amplificando le negatività espresse dal leader.
martedì 10 maggio 2011
Confronto virtuale elezioni Sindaco Milano 2011
Come ho già scritto, per le elezioni comunali poco dovrebbe importare l'appartenenza politica del candidato ma piuttosto la propria storia e le proprie proposte per l'amministrazione della città.
I leader politici nazionali hanno dimenticato di parlare dei problemi della città e dei progetti dei candidati. Tra barzellette, canzoncine, toghe rosse e bunga bunga io non ho capito come verrà amministrata la città dove vivo nei prossimi 5 anni ...
Ho deciso così di creare un luogo di confronto virtuale tra i vari candidati, spero possa aiutare qualcuno a chiarirsi le idee in vista delle elezioni del prossimo fine settimana.
Letizia Moratti Sindaco uscente. Può contare sul sostegno di 12 formazioni: Pdl, Lega Nord, Milano al Centro, Nuovo Psi, La Destra, Progetto Milano Migliore, Unione italiana Librandi per Milano, Giovani per Expo insieme a Letizia, Io amo Milano, Pensioni e lavoro, Alleanza di centro, Popolari Italia domani.
Canale video con proposte disponibile qui.
Giuliano Pisapia Schiera una composizione coalizione con otto liste di centrosinistra: Pd, Sel, Idv, Verdi Ecologisti per Milano, Lista Bonino e Pannella, Sinistra per Pisapia, Milano civica per Pisapia e Lista civica Milly Moratti per Pisapia.
Manfredi Palmeri Conta sull'appoggio di due liste: L'Udc e il nuovo polo per Milano - il cartello che confedera Fli e Api.
Mattia Calise Candidato per il movimento Cinque stelle sponsorizzato da Beppe Grillo.
Sul sito del sole 24 sono disponibili due interviste al sindaco uscente Moratti ed al candidato dell'opposizione Pisapia.
E' disponibile in rete anche un confronto tra Moratti Pisapia e Palmeri
Un piccolo suggerimento. Prima di votare informatevi ed ignorate quello che scrivono i giornali politicizzati o ancor peggio le TV lobotomizzate. Forse esiste la possibilità di rendere questo ... un paese normale.
I leader politici nazionali hanno dimenticato di parlare dei problemi della città e dei progetti dei candidati. Tra barzellette, canzoncine, toghe rosse e bunga bunga io non ho capito come verrà amministrata la città dove vivo nei prossimi 5 anni ...
Ho deciso così di creare un luogo di confronto virtuale tra i vari candidati, spero possa aiutare qualcuno a chiarirsi le idee in vista delle elezioni del prossimo fine settimana.
Letizia Moratti Sindaco uscente. Può contare sul sostegno di 12 formazioni: Pdl, Lega Nord, Milano al Centro, Nuovo Psi, La Destra, Progetto Milano Migliore, Unione italiana Librandi per Milano, Giovani per Expo insieme a Letizia, Io amo Milano, Pensioni e lavoro, Alleanza di centro, Popolari Italia domani.
Canale video con proposte disponibile qui.
Giuliano Pisapia Schiera una composizione coalizione con otto liste di centrosinistra: Pd, Sel, Idv, Verdi Ecologisti per Milano, Lista Bonino e Pannella, Sinistra per Pisapia, Milano civica per Pisapia e Lista civica Milly Moratti per Pisapia.
Manfredi Palmeri Conta sull'appoggio di due liste: L'Udc e il nuovo polo per Milano - il cartello che confedera Fli e Api.
Mattia Calise Candidato per il movimento Cinque stelle sponsorizzato da Beppe Grillo.
Sul sito del sole 24 sono disponibili due interviste al sindaco uscente Moratti ed al candidato dell'opposizione Pisapia.
E' disponibile in rete anche un confronto tra Moratti Pisapia e Palmeri
Un piccolo suggerimento. Prima di votare informatevi ed ignorate quello che scrivono i giornali politicizzati o ancor peggio le TV lobotomizzate. Forse esiste la possibilità di rendere questo ... un paese normale.
domenica 8 maggio 2011
Catania devi riconquistare la serie A !
Leggendo il titolo di questo post, qualcuno penserà che le notti in bianco passate con la mia piccola Carla mi abbiano fatto perdere il senno oltre al sonno e non mi abbiano consentito di seguire le gesta del mio Catania.
Mentre non posso escludere la prima ipotesi, sulla seconda dico subito che nonostante mi sia rifiutato di vedere le ultime partite per evitare problemi cardiaci, sono assolutamente informato sui fatti.
Con la vittoria di ieri a Brescia, il Catania di Pulvirenti-Lo Monaco ha conquistato sul campo il diritto a disputare per il sesto anno consecutivo il campionato di serie A.
Il Catania di Pulvirenti quindi come quello di Marcoccio che tra il 1960 e il 1966 disputò sei stagioni consecutive nella massima serie, ottenendo per tre volte l'ottavo posto ed addirittura nel 1960-1961 appena neopromosso, il secondo posto alla fine del girone d'andata.
Ma allora quale serie A si dovrebbe riconquistare?
Non v'é dubbio che quelli di Marcoccio erano altri tempi non solo per il calcio ed i "clamorosi al cibali", ma per un'intera città che allora in pieno boom economico, grazie alla sua fervente produttività, si meritò l'appellativo di Milano del sud.
Se consideriamo il contesto macro economico etneo, l'attuale categoria che spetta alla città non può che essere quella dei dilettanti. Questa valutazione qualitativa è suffragata dalle impietose cifre della disoccupazione giovanile, dalle classifiche sulla qualità della vita che vedono Catania contendere alle altre provincie siciliane il fanalino di coda e da un dissesto finanziario del comune che ha ormai messo a rischio oltre ai servizi di base per i cittadini, il pagamento stesso degli emolumenti per i propri dipendenti (un esercito ndr).
Mi fermo qui, degli scellerati cialtroni (ed uso questo eufemismo per evitare querele) che hanno ridotto la mia città natale in questo stato, scriverò un'altra volta.
Tornando al calcio, alla domanda il Calcio Catania gioca in serie A? La risposta inevitabilmente suona un po ambigua ... si e no !
Certamente SI se parliamo dei sofferti campionati disputati dalla stagione 2006/07 ad oggi. Dell'oculata gestione societaria che ha permesso di costruire un patrimonio sia in termini di rosa e settore giovanile che di infrastrutture sportive, pur mantenendo in attivo i bilanci. Un'oasi davvero nel deserto di cui sopra.
Certamente NO se guardiamo gli impietosi dati forniti da un recente studio effettuato da sporteconomy.it per conto di Sky sport.
Come ben noto, la riforma Melandri per i diritti TV, prevede una ripartizione collettiva degli stessi. Tra i parametri considerati, oltre ai risultati sportivi, ci sono ovviamente i bacini d'utenza dei potenziali tifosi. Secondo quanto riaffermato recentemente dall'ex ministro, nello spirito originario della legge, il bacino di utenza comprendeva non solo i tifosi "duri e puri", ma anche i cosiddetti sostenitori e simpatizzanti.
Evidentemente il Calcio Catania non deve avere suscitato grande simpatia in questi anni. Dato che nonostante la città sia tra le prime dieci aree metropolitane italiane, nella ricerca condotta da C.R.A. per la lega calcio, il bacino d'utenza della società etnea è risultato essere superiore solo a Parma e Cesena, riportando un impietoso 18esimo posto tra le 20 società di serie A con un bacino di 419 mila tra tifosi (125,000) e simpatizzanti (294,000).
Ancora più allarmante appare la situazione se si analizza il trend paganti/abbonati al Massimino negli ultimi 5 anni. Da quasi 16000 abbonati della prima stagione in serie A, si è passati dopo 5 anni a quota 9283, quasi il 42% in meno. Mentre se si tiene conto della media spettatori del terzo anno (il migliore forse in termini di prestazioni, con salvezza raggiunta in pratica a Marzo) si passa da una media di 18167 a partita a quella attuale che si attesta intorno ai 13000 (-30%).
Confrontando le statistiche del Catania (fonte www.stadiapostcards.com) con le altre squadre di categoria, si vede che peggio dei rossazzuri, come presenze medie allo stadio, ci sono solo Brescia, Chievo e Lecce.
La mia conclusione è quindi che questi numeri con la serie A hanno poco a che spartire.
Ora in Italia ed a Catania non siamo da meno, vanno sempre di moda le guerre tra guelfi (filosocietari) e ghibellini (cucche - menagrami). Le tesi propugnate dai primi, nell'analizzare l'attuale trend negativo e la mancanza di affetto verso la squadra e la società, sono da addebitare esclusivamente all'innata ingratitudine dei catanesi, all'assuefazione alla categoria, alla crisi economica. Ovviamente in netto contrasto con quello che indicano i secondi. L'unica colpa, per quest'ultimi, è della società ed in particolare dell'amministratore delegato Pietro Lo Monaco, bravo si ad amministrare i bilanci ma poco incline a comprendere esigenze (economiche?) e sensibilità (caratteriali?) della tifoseria che non pare più accontentarsi di risicate salvezze.
Me ne guardo bene da prendere le parti di una piuttosto che di un'altra fazione, mi limito ad analizzare i numeri che è quello che so fare meglio nella vita.
Un nuovo ciclo
Come scrive il mio caro amico Max Licari in un editoriale pieno di complimenti nei confronti dell'attuale dirigenza, alla luce di quest'ennesimo "scudetto" conquistato, la società non può essere ritenuta indenne da responsabilità davanti ad un calo così preoccupante del numero di abbonati e di tifosi allo stadio.
Pietro Lo Monaco ha coniato il modello delle cinque componenti. Tutte sono necessarie per avere un futuro. Non si può prescindere da nessuna di esse.
A mio modesto parere la crescita ulteriore e sostenibile di questa società, è legata adesso a due obiettivi fondamentali:
1) La costruzione di uno nuovo stadio di proprietà;
2) La creazione di una politica commerciale e di marketing in grado di creare un bacino d'utenza importante (tra i primi 10 a livello nazionale) recuperando così quei tifosi scontenti che hanno deciso da tempo di disertare lo stadio.
Mentre sul primo punto ritengo che oggi la società abbia all'interno tutte le risorse necessarie per realizzare il target, sul secondo suggerirei di affidarsi a dei professionisti di livello, perché troppo spesso l'aspetto legato alla gestione della comunicazione e delle politiche commerciali della società, è stato attuato in maniera che gli inglesi definirebbero "naif" ...
Il mio personale bilancio da tifoso è comunque estremamente positivo. Quello ottenuto da Pulvirenti e Lo Monaco a Catania, tenuto conto del contesto, ha del miracoloso. Personalmente non ricordo nulla di simile in 30 anni che seguo questa squadra di calcio. Aziende così a Catania si possono contare sulle punta delle dita di una mano.
Con la partenza di Mascara a Gennaio si è chiudo definitivamente un ciclo. Della rosa che riportò dopo 22 anni il Catania in serie A non è rimasto oggi nessuno. Molti forse lasceranno il Catania a Giugno ed altri arriveranno. Chi rimarrà sempre saranno solo i tifosi insieme a quanto di buono costruito in questi anni dal duo Pulvirenti-Lo Monaco.
Sarà da queste risorse che bisognerà costruire un ciclo nuovo in grado di far ripartire perchè no, un'intera comunità da tempo assopita da un fatalismo gattopardesco, non degno di quella che fu la Milano del sud.
Forza Catania !!
Mentre non posso escludere la prima ipotesi, sulla seconda dico subito che nonostante mi sia rifiutato di vedere le ultime partite per evitare problemi cardiaci, sono assolutamente informato sui fatti.
Con la vittoria di ieri a Brescia, il Catania di Pulvirenti-Lo Monaco ha conquistato sul campo il diritto a disputare per il sesto anno consecutivo il campionato di serie A.
Il Catania di Pulvirenti quindi come quello di Marcoccio che tra il 1960 e il 1966 disputò sei stagioni consecutive nella massima serie, ottenendo per tre volte l'ottavo posto ed addirittura nel 1960-1961 appena neopromosso, il secondo posto alla fine del girone d'andata.
Ma allora quale serie A si dovrebbe riconquistare?
Non v'é dubbio che quelli di Marcoccio erano altri tempi non solo per il calcio ed i "clamorosi al cibali", ma per un'intera città che allora in pieno boom economico, grazie alla sua fervente produttività, si meritò l'appellativo di Milano del sud.
Se consideriamo il contesto macro economico etneo, l'attuale categoria che spetta alla città non può che essere quella dei dilettanti. Questa valutazione qualitativa è suffragata dalle impietose cifre della disoccupazione giovanile, dalle classifiche sulla qualità della vita che vedono Catania contendere alle altre provincie siciliane il fanalino di coda e da un dissesto finanziario del comune che ha ormai messo a rischio oltre ai servizi di base per i cittadini, il pagamento stesso degli emolumenti per i propri dipendenti (un esercito ndr).
Mi fermo qui, degli scellerati cialtroni (ed uso questo eufemismo per evitare querele) che hanno ridotto la mia città natale in questo stato, scriverò un'altra volta.
Tornando al calcio, alla domanda il Calcio Catania gioca in serie A? La risposta inevitabilmente suona un po ambigua ... si e no !
Certamente SI se parliamo dei sofferti campionati disputati dalla stagione 2006/07 ad oggi. Dell'oculata gestione societaria che ha permesso di costruire un patrimonio sia in termini di rosa e settore giovanile che di infrastrutture sportive, pur mantenendo in attivo i bilanci. Un'oasi davvero nel deserto di cui sopra.
Certamente NO se guardiamo gli impietosi dati forniti da un recente studio effettuato da sporteconomy.it per conto di Sky sport.
Come ben noto, la riforma Melandri per i diritti TV, prevede una ripartizione collettiva degli stessi. Tra i parametri considerati, oltre ai risultati sportivi, ci sono ovviamente i bacini d'utenza dei potenziali tifosi. Secondo quanto riaffermato recentemente dall'ex ministro, nello spirito originario della legge, il bacino di utenza comprendeva non solo i tifosi "duri e puri", ma anche i cosiddetti sostenitori e simpatizzanti.
Evidentemente il Calcio Catania non deve avere suscitato grande simpatia in questi anni. Dato che nonostante la città sia tra le prime dieci aree metropolitane italiane, nella ricerca condotta da C.R.A. per la lega calcio, il bacino d'utenza della società etnea è risultato essere superiore solo a Parma e Cesena, riportando un impietoso 18esimo posto tra le 20 società di serie A con un bacino di 419 mila tra tifosi (125,000) e simpatizzanti (294,000).
Ancora più allarmante appare la situazione se si analizza il trend paganti/abbonati al Massimino negli ultimi 5 anni. Da quasi 16000 abbonati della prima stagione in serie A, si è passati dopo 5 anni a quota 9283, quasi il 42% in meno. Mentre se si tiene conto della media spettatori del terzo anno (il migliore forse in termini di prestazioni, con salvezza raggiunta in pratica a Marzo) si passa da una media di 18167 a partita a quella attuale che si attesta intorno ai 13000 (-30%).
Confrontando le statistiche del Catania (fonte www.stadiapostcards.com) con le altre squadre di categoria, si vede che peggio dei rossazzuri, come presenze medie allo stadio, ci sono solo Brescia, Chievo e Lecce.
La mia conclusione è quindi che questi numeri con la serie A hanno poco a che spartire.
Ora in Italia ed a Catania non siamo da meno, vanno sempre di moda le guerre tra guelfi (filosocietari) e ghibellini (cucche - menagrami). Le tesi propugnate dai primi, nell'analizzare l'attuale trend negativo e la mancanza di affetto verso la squadra e la società, sono da addebitare esclusivamente all'innata ingratitudine dei catanesi, all'assuefazione alla categoria, alla crisi economica. Ovviamente in netto contrasto con quello che indicano i secondi. L'unica colpa, per quest'ultimi, è della società ed in particolare dell'amministratore delegato Pietro Lo Monaco, bravo si ad amministrare i bilanci ma poco incline a comprendere esigenze (economiche?) e sensibilità (caratteriali?) della tifoseria che non pare più accontentarsi di risicate salvezze.
Me ne guardo bene da prendere le parti di una piuttosto che di un'altra fazione, mi limito ad analizzare i numeri che è quello che so fare meglio nella vita.
Un nuovo ciclo
Come scrive il mio caro amico Max Licari in un editoriale pieno di complimenti nei confronti dell'attuale dirigenza, alla luce di quest'ennesimo "scudetto" conquistato, la società non può essere ritenuta indenne da responsabilità davanti ad un calo così preoccupante del numero di abbonati e di tifosi allo stadio.
Pietro Lo Monaco ha coniato il modello delle cinque componenti. Tutte sono necessarie per avere un futuro. Non si può prescindere da nessuna di esse.
A mio modesto parere la crescita ulteriore e sostenibile di questa società, è legata adesso a due obiettivi fondamentali:
1) La costruzione di uno nuovo stadio di proprietà;
2) La creazione di una politica commerciale e di marketing in grado di creare un bacino d'utenza importante (tra i primi 10 a livello nazionale) recuperando così quei tifosi scontenti che hanno deciso da tempo di disertare lo stadio.
Mentre sul primo punto ritengo che oggi la società abbia all'interno tutte le risorse necessarie per realizzare il target, sul secondo suggerirei di affidarsi a dei professionisti di livello, perché troppo spesso l'aspetto legato alla gestione della comunicazione e delle politiche commerciali della società, è stato attuato in maniera che gli inglesi definirebbero "naif" ...
Il mio personale bilancio da tifoso è comunque estremamente positivo. Quello ottenuto da Pulvirenti e Lo Monaco a Catania, tenuto conto del contesto, ha del miracoloso. Personalmente non ricordo nulla di simile in 30 anni che seguo questa squadra di calcio. Aziende così a Catania si possono contare sulle punta delle dita di una mano.
Con la partenza di Mascara a Gennaio si è chiudo definitivamente un ciclo. Della rosa che riportò dopo 22 anni il Catania in serie A non è rimasto oggi nessuno. Molti forse lasceranno il Catania a Giugno ed altri arriveranno. Chi rimarrà sempre saranno solo i tifosi insieme a quanto di buono costruito in questi anni dal duo Pulvirenti-Lo Monaco.
Sarà da queste risorse che bisognerà costruire un ciclo nuovo in grado di far ripartire perchè no, un'intera comunità da tempo assopita da un fatalismo gattopardesco, non degno di quella che fu la Milano del sud.
Forza Catania !!
Sindaco di Milano, ma dove sono i contenuti?
Ad una settimana dalle elezioni della città di Milano, non ho assolutamente idea di quale sarà la persona a cui darò la mia fiducia.
Non ho sentito parlare di progetti né di bilanci in merito alla scorsa legislatura. Ai Milanesi del resto non è stata concessa la possibilità di assistere ad un confronto basato su proposte e scambi di idee per la città.
Del sindaco a me interessano poco le idee politiche. E' per me come un amministratore di condominio. Lo giudico di conseguenza in base ai progetti su come intende spendere i soldi dei contribuenti, sulla sua onestà e la sua capacità di amministrare la comunità in cui viviamo.
L'attuale sindaco Letizia Moratti che ha speso 20 milioni di euro per questa campagna elettorale ... non deve aver convinto evidentemente i propri cittadini, tanto da scomodare il mamma-santissima di Arcore che ha deciso di schierarsi capolista al comune di Milano ...
La sua scelta puramente speculativa è legata, tanto per cambiare, ai suoi destini.
Ma se pochi hanno dubbi sull'efficacia del premier di produrre risultati elettorali, temo che questo tipo di supporto abbia sostenuto davvero poco, nei contenuti, l'attuale sindaco uscente.
Nei discorsi di Berlusconi "pro Moratti" ho sentito solo insulti alle toghe rosse, canzonette dialettali milanesi e barzellette ... io nel frattempo mi guardo attorno e vedo una città peggiore di quella che mi accolse 15 anni fa, e non credo la colpa sia mia ...
Non ho sentito parlare di progetti né di bilanci in merito alla scorsa legislatura. Ai Milanesi del resto non è stata concessa la possibilità di assistere ad un confronto basato su proposte e scambi di idee per la città.
Del sindaco a me interessano poco le idee politiche. E' per me come un amministratore di condominio. Lo giudico di conseguenza in base ai progetti su come intende spendere i soldi dei contribuenti, sulla sua onestà e la sua capacità di amministrare la comunità in cui viviamo.
L'attuale sindaco Letizia Moratti che ha speso 20 milioni di euro per questa campagna elettorale ... non deve aver convinto evidentemente i propri cittadini, tanto da scomodare il mamma-santissima di Arcore che ha deciso di schierarsi capolista al comune di Milano ...
La sua scelta puramente speculativa è legata, tanto per cambiare, ai suoi destini.
Ma se pochi hanno dubbi sull'efficacia del premier di produrre risultati elettorali, temo che questo tipo di supporto abbia sostenuto davvero poco, nei contenuti, l'attuale sindaco uscente.
Nei discorsi di Berlusconi "pro Moratti" ho sentito solo insulti alle toghe rosse, canzonette dialettali milanesi e barzellette ... io nel frattempo mi guardo attorno e vedo una città peggiore di quella che mi accolse 15 anni fa, e non credo la colpa sia mia ...
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