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martedì 15 ottobre 2013

Lo strumento per aumentare la produttività aziendale che non ti aspetti !

Enterprise 2.0, Social Phone Book, Social Network, Collaborative Workspace ecc. ecc.

Ma qual è lo strumento più potente per aumentare la produttività aziendale?

Oggi quando abbiamo bisogno di informazioni, riusciamo ad ottenere delle risposte quasi in tempo reale. Ad esempio Google Search impiega 0,29 secondi per fornirmi una lista dei siti internet in cui si parla del sottoscritto. Non male come prestazioni !

Il problema è che ci aspettiamo simili performance anche quando, invece del motore di ricerca, usiamo la mail per ottenere dei dati da colleghi o fornitori. Uno studio ha stimato che circa il 30% delle ore lavorative, viene utilizzato per rispondere alla richiesta di informazioni via mail.


A peggiorare le cose interviene la correlazione tra numero di mail ricevute e livelli di responsabilità aziendali. Alcuni manager sostengono, forse con un pizzico di incomprensibile narcisismo, di ricevere mille mail al giorno. Un'assurdità!

La soluzione suggerita da Drake Braer, co-autore del libro Everything Connects: How to Transform and Lead in the Age of Creativity, Innovation, and Sustainability, per aumentare la produttività è l'auto risponditore della mail stessa. Magari configurato per restituire in anticipo quelle richieste che spesso intasano la nostra casella di posta elettronica così come fatto da Kelly Hoey co-fondatrice di WomenInnovateMobile.

Provare per credere :-)





lunedì 14 ottobre 2013

Non accettate NON risposte alle vostre domande !

A distanza di 25 anni, vorrei rivelare un retroscena divertente del mio esame di maturità. Avevo scelto Italiano come prima materia ed ero preparato a bomba su Ugo Foscolo.

Domanda del commissario, mi parli di Giacomo Leopardi. Sorriso di circostanza, inizio con serenità apparente ad accennare alle caratteristiche dell'autore, ma faccio "sfuggir dal sen" il mio amore per Foscolo ... mi parli del Foscolo allora, tutta contenta mi riprese la professoressa. Ovviamente l'interrogazione andò alla grande, ammetto che di Leopardi ricordavo a stento fosse nato a Recanati :-)

Perché racconto solo oggi di questa mia piccola "furbata"?

Assisto sempre più, sia in aziende che in talk show, ad interviste ai potenti di turno con domande smielate e insopportabili che nel migliore delle ipotesi danno luogo a risposte ovvie e a frasi di circostanza "sono a disposizione del Mister dichiarava lo stra pagato calciatore" ... e ci mancherebbe con quello che prendi !

Ma torniamo al punto. Quelle rare volte che l'intervistatore decide di approfondire ed andare oltre alle frasi di circostanza, "il potente" di turno non risponde e tergiversa.

Chiarisco. Non è che venga meno una risposta, spesso il politico o il manager dichiarano prontamente che è necessario chiarire alcuni punti prima di rispondere alla domanda (quanto mi piace Ugo Foscolo ...) ma dopo un lungo monologo, più nulla sull'argomento richiesto.

Qualcuno che dica, scusi lei non ha risposto ancora alla domanda? Non pervenuto! Merce rara ...

Non rispondere è un diritto sancito anche dal nostro diritto penale, ma che lo si dica esplicitamente, sia che si tratti di manager o politici.

Cari giornalisti o collaboratori, per reggere un microfono, basta un'asta.

giovedì 10 ottobre 2013

Perché Innovare? Per favore non lo chiedete più ...

Ho partecipato oggi alla presentazione della seconda edizione del libro "Dall'Idea al valore" di Enzo Baglieri un mio ex prof di tecnologia in Bocconi.

Durante il dibatittito in sala si è risentita la necessità di porre la fatidica domanda: Perché Innovare?

Enzo è un presentatore brillante e penso ci fosse un pizzico di ironia misto a retorica, dietro la questione posta alla platea.

Personalmente mi chiedo se seriamente esistano ancora dei manager in azienda che abbiano il coraggio di porsi questa domanda.

Faccio per un attimo l'avvocato del diavolo. Ad un corso tenuto lo scorso Giugno per una grande multinazionale italiana, il capo dell'innovazione, ospite del training, ha posto all'attenzione dei partecipanti alcune statistiche:
- il 46% delle idee potenzialmente innovative, non passano la fase di ammissione al processo di sviluppo
- il 75% dei nuovi prodotti che entrano nel processo, non vengono lanciati sul mercato
- il 33% dei prodotti che completano il processo di sviluppo falliscono sul mercato
- l'80% delle innovazioni arrivano da persone al di fuori delle aree in cui erano state formate
- l'80% delle innovazioni vengono dai clienti piuttosto che dai fornitori
- il 90% di tutte le aziende statunitensi, non ha prodotto alcuna innovazione negli ultimi 10 anni
- Durante gli anni 80, solo negli Stati Uniti, le aziende hanno investito un miliardo di dollari in innovazioni che hanno fallito.

Allora ha ancora senso porsi la domanda. Perché investire in innovazione?

Come nel libro Blink: The Power of Thinking Without Thinking scritto da Malcom Gladwell, in pochi decimi di secondo, quando sento questa domanda, mi arrivano dei messaggi dritti dalla mia pancia, chiamatelo gut feeling, presentimento o semplicemente esperienza ... questo fastidio ha trovato conferma poco dopo, quando a completamento di una presentazione istituzionale di una manager di Samsung, la signora Rita Kim, è riapparso lo spettro di quella domanda insopportabile.

Perché innovare? Inutile fare la lista delle ragioni, trite e ritrite in tutti i libri scritti sull'argomento, è solo una questione di tempo ma chi non innova muore punto e basta, chiedetevi piuttosto come farlo in modo continuo, strutturato e sostenibile.




martedì 3 settembre 2013

Nokia venduta a Microsoft - Stephen Elop missione compiuta

Oggi è un giorno molto triste per me. Ci ho pensato a lungo e più volte ho ritenuto non fosse politically correct per me, ex manager dell'azienda finlandese, parlare dell'acquisizione di Nokia da parte di Microsoft per una cifra di poco superiore ai 5 miliardi di euro.

Ma in Nokia ho lasciato un pezzo di cuore e molto potrei dire e scrivere. Il suo caso è ormai studiato in tutte le migliori business school, una storia fondamentale che ogni leader e manager deve conoscere per evitare simili errori in futuro.

Ci sono però dei numeri che impietosi da tutto il giorno rimbombano nella mia mente. I numeri non si discutono e come i fatti parlano da soli. Eccone alcuni:

1. In Nokia ho passato 14 anni, un terzo della mia vita, temo però che a mia figlia, nata solo un mese dopo la presentazione della scriteriata strategia di Elop, il nome Nokia, per anni tra i top 10 most admired brand nel mondo,  non dirà nulla - cosa è Nokia papà?
2.  Nel Maggio 2011, Microsoft ha acquistato Skype per 8,5 miliardi di dollari, più di quello pagato oggi per acquistare l'ex leader della telefonia mobile finlandese.
3. Sei anni fa esatti, Nokia acquisiva Navteq leader dei sistemi informativi geografici, per 8,1 miliardi di dollari. Più di quello pagato oggi da Microsoft per acquistare l'intera azienda finlandese e l'uso per dieci anni dei relativi brevetti.
4. Prima dell'arrivo di Elop, Nokia generava un fatturato di 8.3 miliardi euro - per trimestre . Oggi Microsoft ha comprato quello che rimane per poco più della metà.
5. Quando Elop fu nominato CEO di Nokia nel Settembre 2010, la società finlandese produceva utili, era leader indiscussa del mercato della telefonia mobile, con un market share intorno al 34% e circa 70 mila dipendenti. Oggi il CEO canadese porta in eredità alla sua ex azienda, un relitto costantemente in perdita con un market share del 3% e 31 mila dipendenti.

I numeri dicevo, bastano quelli per esprimere un giudizio, e con la morte nel cuore ricordo il commento condiviso con alcuni colleghi, subito dopo aver sentito dalla viva voce di Elop, la nuova strategia.

Credo esistano 3 possibilità: 
a) Elop è come Roy Batty in Blade Runner "ha visto cose che noi umani non possiamo immaginare, smartphone da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Cupertino e raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Seul" ... 
b) Elop è un pazzo scriteriato o un'idiota incompetente; 
c) Elop è un infiltrato di Microsoft, che ha l'obiettivo di rendere facilmente scalabile Nokia, in modo da tentare, una volta acquisita, l'ultima carta per conquistare il mercato della telefonia mobile con il sistema operativo Windows Mobile. 

Ai tanti e cari amici in Nokia a cui sono vicino con il pensiero e con cui ho condiviso un viaggio umano e professionale entusiasmante, va di cuore il mio augurio che Elop sia davvero un leader visionario che sa esattamente anche oggi, come sarà il futuro.

Temo però che i posteri si limiteranno solo a giudicare le ultime due ipotesi, considerando Stephen Elop o il peggior CEO della storia, o un agente Microsoft la cui biografia meriterebbe di essere scritta non da un professore di una business school, ma da uno scrittore di romanzi gialli e spionaggio.


venerdì 8 febbraio 2013

Catania il vecchio che avanza

Carlo Lo Re amico giornalista catanese, scrive oggi nel suo blog un carino articolo dal titolo "Mburugghia peri”, il nuovo gioco di società dei catanesi". ‘mburugghia peri, ossia “lega piedi”, da ‘mburugghiari, che in catanese vuol dire, appunto, ingarbugliare, legare e, per traslato, ostacolare.

Nell'articolo Carlo indica tutte le azioni tattiche di disturbo attute sia a destra che a sinistra per ostacolare i candidati "più rappresentativi" ai vari scranni disponibili in città e provincia nelle prossime tornate politiche. Leggendo i nomi vengono i brividi.

Manco da quasi 20 anni da Catania, trovo ogni volta che torno, una città sempre più degradata e stuprata dalla cattiva amministrazione. Ma cos'altro deve succedere per vedere dei nomi e delle proposte nuove nella politica catanese?