Per le aziende leader di mercato che ritengono di non poter mai perdere il proprio ruolo dominante, da oggi ci sarà un caso che non potrà essere più ignorato.
Nokia alla fine del 2010 era l'indiscussa leader di mercato con una quota maggiore del doppio rispetto al numero due.
L'11 Febbraio del 2011, il CEO canadese Stephen Elop, insediatosi pochi mesi prima, comunicò a Londra la nuova strategia di abbandonare i sistemi operativi proprietari (Symbian e poi meego) per gli smart phone di fascia alta, utilizzando per essi Window Mobile di Microsoft. I risultati conseguiti da Elop, dimostrano che che è possibile uccidere anche un gigante come il colosso finlandese se si sbagliano clamorosamente le scelte manageriali.
I dati del terzo trimestre 2012 sono riportati sotto, i dettagli sul blog di Tomi Ahonen "Communities Dominate Brand":
Da numero 1 al numero 10 in meno di due anni, roba da guinnes dei primati sigh !
Il blog di Filippo Monastra ... liberi pensieri su tutto quello che mi passa per la testa ...
martedì 20 novembre 2012
venerdì 3 agosto 2012
Ciao Stephen
Lo scorso 16 Luglio Stephen Covey è morto all'Eastern Idaho Regional Medical Center a causa di complicazioni avvenute a seguito di una caduta da bicicletta. Stephen Covey era nato quasi 80 anni prima a Salt Lake City, Utah ed è stato insieme forse solo a Peter Drucker, il più geniale ed innovativo teorico della leadership.
Generazioni di manager sono cresciuti con i suoi "7 habits" e chi ha creduto nella sua teoria, non di rado ha visto la sua vita migliorare sia come uomo che professionista.
Grazie mille Stephen
Generazioni di manager sono cresciuti con i suoi "7 habits" e chi ha creduto nella sua teoria, non di rado ha visto la sua vita migliorare sia come uomo che professionista.
Grazie mille Stephen
martedì 10 luglio 2012
Mandate i vostri figli a studiare in Cina, India e Sud Africa
Sono un discreto ascoltatore, ma a volte certi messaggi mi arrivano giù fino allo stomaco.
Durante un seminario sulla crescita e sui mercati emergenti tenuto in ECSI, il professor Kash Rangan dell'Harvard Business School ha mandato uno di quei messaggi che arrivano dritti dritti a destinazione.
Piccola premessa ... I nostri figli dovranno confrontarsi con ragazzi nati e cresciuti in un contesto che è molto simile a quello che vissero i nostri padri dopo la fine della seconda guerra mondiale: sacrificio sacrificio sacrificio, studiare studiare studiare ...
Abusando ancora una volta di una metafora sportiva, i ragazzi cresciuti nelle economie emergenti, sono come quegli atleti che si sono allenati molto bene, e che grazie al metodo ed al sacrificio, risultano poi avere un vantaggio considerevole. I nostri figli invece, rischiano di non essere pronti alla competizione, di partire con un grosso handicap rispetto ai loro coetanei cinesi, sud africani, sud coreani o indiani e di sottovalutarne le incredibili potenzialità.
Ed ecco il messaggio, non mandate d'estate i vostri figli a studiare a Londra, New York, Parigi o Madrid, mandateli a Shangai, piuttosto che Bangalore o Cape Town. Capiscano così fin da subito con chi sarà necessario confrontarsi per vincere la competizione nel mercato del lavoro globale.
Durante un seminario sulla crescita e sui mercati emergenti tenuto in ECSI, il professor Kash Rangan dell'Harvard Business School ha mandato uno di quei messaggi che arrivano dritti dritti a destinazione.
Piccola premessa ... I nostri figli dovranno confrontarsi con ragazzi nati e cresciuti in un contesto che è molto simile a quello che vissero i nostri padri dopo la fine della seconda guerra mondiale: sacrificio sacrificio sacrificio, studiare studiare studiare ...
Abusando ancora una volta di una metafora sportiva, i ragazzi cresciuti nelle economie emergenti, sono come quegli atleti che si sono allenati molto bene, e che grazie al metodo ed al sacrificio, risultano poi avere un vantaggio considerevole. I nostri figli invece, rischiano di non essere pronti alla competizione, di partire con un grosso handicap rispetto ai loro coetanei cinesi, sud africani, sud coreani o indiani e di sottovalutarne le incredibili potenzialità.
Ed ecco il messaggio, non mandate d'estate i vostri figli a studiare a Londra, New York, Parigi o Madrid, mandateli a Shangai, piuttosto che Bangalore o Cape Town. Capiscano così fin da subito con chi sarà necessario confrontarsi per vincere la competizione nel mercato del lavoro globale.
mercoledì 6 giugno 2012
I grandi leader sono coraggiosi e umili
Nell’autunno del 2004 ero da poco diventato responsabile di un programma di formazione per Top Managers in Nokia e nel primo modulo della mia prima edizione come facilitatore e PM, tra la lista degli speakers invitati, compariva l’amministratore delegato e presidente della divisione Mobile Phone, il Dottor Matti Alahuhta.
Un giorno alle sette del mattino ricevetti una telefonata dalla sua assistente che mi chiese se ero disponibile a parlare con Matti. Non feci ovviamente il prezioso e da li a poco mi chiamò il presidente di Nokia Mobile Phone.
Matti senza giri di parole mi disse che la sua partecipazione al corso non poteva essere confermata, sarebbe stato poco opportuno intervenire e ci teneva a spiegarmi personalmente le sue ragioni. Tra poche settimane avrebbe lasciato l’azienda che aveva contribuito a portare al successo avendo sponsorizzato in prima persona la scelta di puntare sulla telefonia mobile, per andare a ricoprire il ruolo di CEO in Kone (ruolo che ricopre tuttora). Mi chiese sinceramente scusa e mi suggerì delle persone che avrebbero potuto sostituire il suo intervento.
Ammetto di essere rimasto molto colpito (e positivamente) da quella telefonata. Il numero due di Nokia che chiamava un anonimo manager per chiedergli scusa e spiegargli in dettaglio le ragioni della sua mancata partecipazione ad un corso per promettenti talenti dell’azienda.
Quello non fu l’unico episodio del genere. In diverse occasioni i leaders più importanti dell’azienda mi chiesero con molta umiltà di essere aiutati a focalizzare il loro intervento durante quei programmi di formazione e non esitarono a scusarsi quando per motivi assolutamente giustificabili, il loro intervento non poteva essere realizzato secondo i piani originari o doveva essere cancellato per ragioni di causa maggiore.
Ho letto un articolo interessante su Forbes in cui l’autrice Erika Andersen spiega come questo tipo di atteggiamento sia tipico dei leaders più coraggiosi: Mai cercare scuse ma semplicemente ed in prima persona dire “mi dispiace” quando si sbaglia.
Per assumersi le proprie responsabilità ci vuole umiltà e coraggio !
Il coraggio di un leader è una delle peculiarità chiave per essere accettati e seguiti dai propri collaboratori. Il coraggio risulta poi contagioso, perché a comportamenti simili saranno poi portati questi ultimi generando così un sano shift culturale che contribuirà a creare una straordinaria cultura manageriale a tutti i livelli dell’azienda.
Il mito del Leader infallibile fortunatamente non regge più, il coraggio e l’umiltà sono oggi tra gli ingredienti chiave per una leadeship efficace.
Un giorno alle sette del mattino ricevetti una telefonata dalla sua assistente che mi chiese se ero disponibile a parlare con Matti. Non feci ovviamente il prezioso e da li a poco mi chiamò il presidente di Nokia Mobile Phone.
Matti senza giri di parole mi disse che la sua partecipazione al corso non poteva essere confermata, sarebbe stato poco opportuno intervenire e ci teneva a spiegarmi personalmente le sue ragioni. Tra poche settimane avrebbe lasciato l’azienda che aveva contribuito a portare al successo avendo sponsorizzato in prima persona la scelta di puntare sulla telefonia mobile, per andare a ricoprire il ruolo di CEO in Kone (ruolo che ricopre tuttora). Mi chiese sinceramente scusa e mi suggerì delle persone che avrebbero potuto sostituire il suo intervento.
Ammetto di essere rimasto molto colpito (e positivamente) da quella telefonata. Il numero due di Nokia che chiamava un anonimo manager per chiedergli scusa e spiegargli in dettaglio le ragioni della sua mancata partecipazione ad un corso per promettenti talenti dell’azienda.
Quello non fu l’unico episodio del genere. In diverse occasioni i leaders più importanti dell’azienda mi chiesero con molta umiltà di essere aiutati a focalizzare il loro intervento durante quei programmi di formazione e non esitarono a scusarsi quando per motivi assolutamente giustificabili, il loro intervento non poteva essere realizzato secondo i piani originari o doveva essere cancellato per ragioni di causa maggiore.
Ho letto un articolo interessante su Forbes in cui l’autrice Erika Andersen spiega come questo tipo di atteggiamento sia tipico dei leaders più coraggiosi: Mai cercare scuse ma semplicemente ed in prima persona dire “mi dispiace” quando si sbaglia.
Per assumersi le proprie responsabilità ci vuole umiltà e coraggio !
Il coraggio di un leader è una delle peculiarità chiave per essere accettati e seguiti dai propri collaboratori. Il coraggio risulta poi contagioso, perché a comportamenti simili saranno poi portati questi ultimi generando così un sano shift culturale che contribuirà a creare una straordinaria cultura manageriale a tutti i livelli dell’azienda.
Il mito del Leader infallibile fortunatamente non regge più, il coraggio e l’umiltà sono oggi tra gli ingredienti chiave per una leadeship efficace.
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mercoledì 11 aprile 2012
I più importanti Social Networks Mobili
FaceBook ha recentemente acquisito per la "modesta" cifra di un miliardo di dollari Instagram un'applicazione gratuita di condivisione foto che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri, su numerosi servizi di social networking.
Secondo Tomi Hahonen, il più influente blogger ed esperto di telefonia mobile secondo Forbes, a prescindere dall'acquisizione di cui sopra, a livello mondiale Facebook resta senza rivali, il social network più diffuso sugli smartphone.
Fonte: TomiAhonen Consulting Estimates April 2012
Secondo Tomi Hahonen, il più influente blogger ed esperto di telefonia mobile secondo Forbes, a prescindere dall'acquisizione di cui sopra, a livello mondiale Facebook resta senza rivali, il social network più diffuso sugli smartphone.
Social Network (Owner) | Utenti | Paese |
Facebook mobile | 425M | USA |
Mobile QQ (Tencent) | 200M | Cina |
Sina (Weibo) | 150M | Cina |
RenRen | 61M | Cina |
iMessenger (Apple) | 58M | USA |
Mig33 | 55M | Singapore |
Twitter mobile | 55M | USA |
Blackberry Messenger | 50M | Canada |
Mxit | 50M | Sud Africa |
Nimbuzz | 50M | Paesi Bassi |
Skype Mobile (Microsoft) | 40M | USA |
Gree | 35M | Giappone |
30M | USA | |
Mobile Cyworld (SK) | 25M | Corea del Sud |
Mobage Town (DeNA) | 25M | Giappone |
Mocospace | 22M | USA |
20M | USA | |
FourSquare | 15M | USA |
Mixi | 15M | Giappone |
MyGamma (Buzz City) | 5M | Singapore |
Flirtomatic | 4M | Gran Bretagna |
Itsmy | 3M | Germania |
Funbook (XL) | 2M | Indonesia |
Frenclub | 1M | Malesia |
Fonte: TomiAhonen Consulting Estimates April 2012
mercoledì 4 aprile 2012
La sportività? Un fatto d'onore !
Da un pò di tempo preferisco vedere le partite di calcio in TV senza commento tecnico ma semplicemente con l'audio di fondo dello stadio.
Non si tratta di una romantica ricerca delle sensazioni che solo la presenza fisica sugli spalti può dare, ma la razionale intenzione di filtrare dalle mie orecchie, quei commenti che tristemente contribuiscono a distruggere quel che resta di una cultura sportiva in Italia.
La prima volta che mi resi conto di questo fu nel 2002. Mondiali di calcio in Corea del Sud, ottavi di finale, partita secca per la qualificazione al turno successivo contro i temibili padroni di casa. Io però ero lontano da casa di almeno 1500 km e riusci a vedere l'incontro nella lounge Alitalia dell'aereoporto internazionale di Atene .. con commento in greco ovviamente.
La nazionale italiana perse la partita per 2 ad 1 (golden goal di Ahn che allora era un giocatore del Perugia di Gaucci). Le mie reazioni furono abbastanza contenute. Mi rendevo conto che l'Italia avrebbe potuto vincere una partita, in cui del resto era passata in vantaggio, ma che per un pizzico di sfortuna e per merito degli avversari, alla fine era stata persa.
Tornato in Italia non mi occupai di calcio per qualche giorno ... questa è la prassi che seguo per smaltire la delusione di una sconfitta. Quando tornai a "rioccuparmi" di calcio, restai disorientato. In tutti i media si parlava non delle fasi successive, nè del sorprendente cammino della Turchia (che perse alla fine la semifinale contro i futuri campioni del mondo del Brasile), ma di un certo Byron Moreno un arbitro di calcio ecuadoriano.
Ma chi era costui per attirare tutte le attenzioni degli organi di informazioni? Ma chi volete che fosse, il vero artefice della sconfitta italiana, l'unico colpevole delle nostre disgrazie sportive, la maledizione che ci aveva sorpresi lungo il cammino verso il meritato trionfo ... l'arbitro della partita persa contro la Corea del Sud!
Feci mente locale, le decisioni dell'arbitro Moreno, a volte non mi erano parse ineccepibili, ci può stare, tutti sbagliamo, ma non pensavo che i meriti della Corea del Sud fossero così minimi da risultare ininfluenti nel risultato. Ovviamente chi aveva assistito alla partita di calcio, ascoltando il commento del telecronista italiano, si era fatto un'opinione totalmente diversa.
Di questi esempi potremmo raccontarne a migliaia. Ogni domenica non si perde mai per colpe proprie, ma di qualche entità più o meno nota. L'arbitro in primis, il campo con l'erba lunga, l'avversario furbetto, le macchie solari ... eccetera ...
La cultura della sportività in Italia è al lumicino. I più la associano al fair play che i perdenti dovrebbero avere nell'accettare le sconfitte. Ma la sportività dovrebbe essere molto più di questo. Durante un tour de France, il ciclista americano Lance Armstrong invece di approfittare della caduta di uno dei suoi principali avversari, il tedesco Jan Ullrich, rallentò e attese che Ullrich rimontasse.
Non voglio unirmi a chi parla male degli italiani e del nostro paese, sempre e comunque. Fu un ex calciatore italiano, Paolo Di Canio a sospendere un'azione d'attacco molto favorevole, per consentire che il portiere della squadra avversaria fosse soccorso dopo uno scontro fortuito di gioco.
Credo che debba essere estesa la semantica della parola "sportività". Non si tratta di una debolezza da perdenti, ma di una questione di onore. Chi non è sportivo dovrebbe essere biasimato come persona non degna, piuttosto che esaltato come furbetto da imitare.
Non si tratta di una romantica ricerca delle sensazioni che solo la presenza fisica sugli spalti può dare, ma la razionale intenzione di filtrare dalle mie orecchie, quei commenti che tristemente contribuiscono a distruggere quel che resta di una cultura sportiva in Italia.
La prima volta che mi resi conto di questo fu nel 2002. Mondiali di calcio in Corea del Sud, ottavi di finale, partita secca per la qualificazione al turno successivo contro i temibili padroni di casa. Io però ero lontano da casa di almeno 1500 km e riusci a vedere l'incontro nella lounge Alitalia dell'aereoporto internazionale di Atene .. con commento in greco ovviamente.
La nazionale italiana perse la partita per 2 ad 1 (golden goal di Ahn che allora era un giocatore del Perugia di Gaucci). Le mie reazioni furono abbastanza contenute. Mi rendevo conto che l'Italia avrebbe potuto vincere una partita, in cui del resto era passata in vantaggio, ma che per un pizzico di sfortuna e per merito degli avversari, alla fine era stata persa.
Tornato in Italia non mi occupai di calcio per qualche giorno ... questa è la prassi che seguo per smaltire la delusione di una sconfitta. Quando tornai a "rioccuparmi" di calcio, restai disorientato. In tutti i media si parlava non delle fasi successive, nè del sorprendente cammino della Turchia (che perse alla fine la semifinale contro i futuri campioni del mondo del Brasile), ma di un certo Byron Moreno un arbitro di calcio ecuadoriano.
Ma chi era costui per attirare tutte le attenzioni degli organi di informazioni? Ma chi volete che fosse, il vero artefice della sconfitta italiana, l'unico colpevole delle nostre disgrazie sportive, la maledizione che ci aveva sorpresi lungo il cammino verso il meritato trionfo ... l'arbitro della partita persa contro la Corea del Sud!
Feci mente locale, le decisioni dell'arbitro Moreno, a volte non mi erano parse ineccepibili, ci può stare, tutti sbagliamo, ma non pensavo che i meriti della Corea del Sud fossero così minimi da risultare ininfluenti nel risultato. Ovviamente chi aveva assistito alla partita di calcio, ascoltando il commento del telecronista italiano, si era fatto un'opinione totalmente diversa.
Di questi esempi potremmo raccontarne a migliaia. Ogni domenica non si perde mai per colpe proprie, ma di qualche entità più o meno nota. L'arbitro in primis, il campo con l'erba lunga, l'avversario furbetto, le macchie solari ... eccetera ...
La cultura della sportività in Italia è al lumicino. I più la associano al fair play che i perdenti dovrebbero avere nell'accettare le sconfitte. Ma la sportività dovrebbe essere molto più di questo. Durante un tour de France, il ciclista americano Lance Armstrong invece di approfittare della caduta di uno dei suoi principali avversari, il tedesco Jan Ullrich, rallentò e attese che Ullrich rimontasse.
Non voglio unirmi a chi parla male degli italiani e del nostro paese, sempre e comunque. Fu un ex calciatore italiano, Paolo Di Canio a sospendere un'azione d'attacco molto favorevole, per consentire che il portiere della squadra avversaria fosse soccorso dopo uno scontro fortuito di gioco.
Credo che debba essere estesa la semantica della parola "sportività". Non si tratta di una debolezza da perdenti, ma di una questione di onore. Chi non è sportivo dovrebbe essere biasimato come persona non degna, piuttosto che esaltato come furbetto da imitare.
martedì 27 marzo 2012
Il piacere di scoprire di Richard Feynman
Cosa accomuna un talentuoso suonatore di bongo, un raffinato pittore ed un geniale scienziato?
Per comprenderlo dovremmo provare a conoscere meglio la personalità del brillante fisico newyorchese Richard Phillips Feynman.
"Dick" Feynman capì presto, grazie agli stimoli del padre Melville un venditore di uniformi, la differenza tra conoscere il nome che gli uomini nei diversi paesi del mondo assegnano a qualcosa e quel qualcosa.
Per conoscere è necessario andare oltre gli schemi e le regole analitiche che ci permettono, per esempio in algebra, di risolvere senza pensare, un'equazione di primo grado. E' importante invece comprendere in maniera concreta il significato delle cose, per far questo sono molto utili analogie pratiche che tutti possono capire.
Il padre dello scienziato, amava leggere ogni giorno al figlio Dick, una pagina dell'enciclopedia britannica che tenevano in casa. Ma non si limitava solo a questo. Un giorno discutendo di dinosauri e delle loro dimensioni fece notare al figlio che un Brontosauro, messo in piedi nel cortile di casa, avrebbe potuto, se la testa non fosse stata così larga, infilare il capo attraverso la finestra della sua stanza posta al primo piano. Molto più efficace che limitarsi a descrivere ad un bambino di 5 anni, le dimensioni del dinosauro: 24 metri di lunghezza, 8 metri di altezza e 35 tonnellate di peso!
La genialità del fisico fu presto notata e dopo la laurea e il dottorato in fisica al MIT e a Princeton, nel 1943 gli fu chiesto di partecipare al Progetto Manhattan, per sviluppare la prima bomba nucleare per conto del governo degli Stati Uniti d'America.
L'esperienza della guerra non fu semplice per lo scienziato che aveva fin da subito compreso le potenzialità distruttive dell'ordigno nucleare, ed anche a causa della morte della moglie, cadde presto in depressione. Così dopo la fine del conflitto mondiale, Feynmann rifiutò un'offerta di lavoro presso l'Institute for advanced study di Princeton.
Non erano gli onori che interessavano allo scienziato, né quello che la gente pensava di lui, ma ancora una volta il piacere di scoprire. Questa possibilità gli fu offerta dall'amico fisico Hans Bethe che raggiunse alla Cornell University.
Un pomeriggio dentro la caffetteria dell'Università, un bimbo lanciò in aria un piatto sul quale era impresso un medaglione blu, il simbolo della Cornell. Mentre il piatto era in volo oscillava, ed il simbolo blu impresso ruotava.
Poiché sembrava che l'oscillazione fosse più lenta della rotazione, Feynman si chiese quale fosse la relazione tra le due cose. Così il fisico iniziò a "giocare" con le complesse equazioni del moto rotatorio e scoprì che per piccole oscillazioni, la velocità di rotazione risulta pari al doppio di quella delle oscillazioni. Ma questo non era ancora troppo "divertente" così Feynman si pose un'ulteriore sfida: scoprire come ricavare direttamente questa relazione in modo semplice, senza far uso di equazioni troppo complicate.
Una volta scoperto il modo, ne parlo eccitato all'amico Hans che gli disse "... è molto carino ed interessante ma Dick, a cosa serve tutto questo?" A nulla rispose Feynman, l'ho fatto solo perché mi divertiva.
In realtà sia Feynman che Bethe si sbagliavano, quel "puro" divertimento sarebbe servito ad ottenere ciò che per un fisico normale (certamente non per Feynman) è il traguardo più importante ed ambizioso di una vita: vincere il premio Nobel.
Feynman notò presto un'analogia tra l'oscillazione del piatto lanciato dal bimbo nella caffetteria dell'università, e la rotazione (lo spin) di un elettrone secondo l'Equazione di Dirac. Così utilizzò i risultati ottenuti nello studio della rotazione del piatto, applicandoli alle ricerche che aveva in corso sull'Elettrodinamica quantistica. Continuando a gustare il piacere di scoprire, in breve tempo Feynaman sviluppo quella teoria per la quale, insieme agli scienziati Sin-Itiro Tomonaga e Julian Seymour Schwinger che arrivarono indipendentemente alle stesse conclusioni, nel 1965 vinse il premio Nobel.
Un diagramma di Feynman lo strumento inventato dal fisico americano Richard Feynman per effettuare i calcoli riguardanti scattering nella teoria quantistica dei campi.
Ritorniamo alla domanda iniziale, cosa accomuna un talentuoso suonatore di bongo, un raffinato pittore ed un geniale scienziato?
Feynman da leggendario professore quale era, ci ha trasmesso tantissimi insegnamenti ma ne vorrei sottolineare uno in particolare. Per avere davvero il successo che auspichiamo ed al quale diamo noi, e solo noi, il valore che merita, l'ingrediente fondamentale è uno ed uno solo, il divertimento.
Così la passione per il bongo o per la pittura, non sono più avulsi dalla ricerca scientifica, perché come per un bambino che scopre il mondo, essi possono stimolare la nostra curiosità e dare un senso alle nostre vite grazie allo straordinario piacere di scoprire le cose.
Feynman amava definirsi Fisico premio Nobel, insegnante, cantastorie, suonatore di bongo.
Per comprenderlo dovremmo provare a conoscere meglio la personalità del brillante fisico newyorchese Richard Phillips Feynman.
"Dick" Feynman capì presto, grazie agli stimoli del padre Melville un venditore di uniformi, la differenza tra conoscere il nome che gli uomini nei diversi paesi del mondo assegnano a qualcosa e quel qualcosa.
Per conoscere è necessario andare oltre gli schemi e le regole analitiche che ci permettono, per esempio in algebra, di risolvere senza pensare, un'equazione di primo grado. E' importante invece comprendere in maniera concreta il significato delle cose, per far questo sono molto utili analogie pratiche che tutti possono capire.
Il padre dello scienziato, amava leggere ogni giorno al figlio Dick, una pagina dell'enciclopedia britannica che tenevano in casa. Ma non si limitava solo a questo. Un giorno discutendo di dinosauri e delle loro dimensioni fece notare al figlio che un Brontosauro, messo in piedi nel cortile di casa, avrebbe potuto, se la testa non fosse stata così larga, infilare il capo attraverso la finestra della sua stanza posta al primo piano. Molto più efficace che limitarsi a descrivere ad un bambino di 5 anni, le dimensioni del dinosauro: 24 metri di lunghezza, 8 metri di altezza e 35 tonnellate di peso!
La genialità del fisico fu presto notata e dopo la laurea e il dottorato in fisica al MIT e a Princeton, nel 1943 gli fu chiesto di partecipare al Progetto Manhattan, per sviluppare la prima bomba nucleare per conto del governo degli Stati Uniti d'America.
L'esperienza della guerra non fu semplice per lo scienziato che aveva fin da subito compreso le potenzialità distruttive dell'ordigno nucleare, ed anche a causa della morte della moglie, cadde presto in depressione. Così dopo la fine del conflitto mondiale, Feynmann rifiutò un'offerta di lavoro presso l'Institute for advanced study di Princeton.
Non erano gli onori che interessavano allo scienziato, né quello che la gente pensava di lui, ma ancora una volta il piacere di scoprire. Questa possibilità gli fu offerta dall'amico fisico Hans Bethe che raggiunse alla Cornell University.
Un pomeriggio dentro la caffetteria dell'Università, un bimbo lanciò in aria un piatto sul quale era impresso un medaglione blu, il simbolo della Cornell. Mentre il piatto era in volo oscillava, ed il simbolo blu impresso ruotava.
Poiché sembrava che l'oscillazione fosse più lenta della rotazione, Feynman si chiese quale fosse la relazione tra le due cose. Così il fisico iniziò a "giocare" con le complesse equazioni del moto rotatorio e scoprì che per piccole oscillazioni, la velocità di rotazione risulta pari al doppio di quella delle oscillazioni. Ma questo non era ancora troppo "divertente" così Feynman si pose un'ulteriore sfida: scoprire come ricavare direttamente questa relazione in modo semplice, senza far uso di equazioni troppo complicate.
Una volta scoperto il modo, ne parlo eccitato all'amico Hans che gli disse "... è molto carino ed interessante ma Dick, a cosa serve tutto questo?" A nulla rispose Feynman, l'ho fatto solo perché mi divertiva.
In realtà sia Feynman che Bethe si sbagliavano, quel "puro" divertimento sarebbe servito ad ottenere ciò che per un fisico normale (certamente non per Feynman) è il traguardo più importante ed ambizioso di una vita: vincere il premio Nobel.
Feynman notò presto un'analogia tra l'oscillazione del piatto lanciato dal bimbo nella caffetteria dell'università, e la rotazione (lo spin) di un elettrone secondo l'Equazione di Dirac. Così utilizzò i risultati ottenuti nello studio della rotazione del piatto, applicandoli alle ricerche che aveva in corso sull'Elettrodinamica quantistica. Continuando a gustare il piacere di scoprire, in breve tempo Feynaman sviluppo quella teoria per la quale, insieme agli scienziati Sin-Itiro Tomonaga e Julian Seymour Schwinger che arrivarono indipendentemente alle stesse conclusioni, nel 1965 vinse il premio Nobel.
Un diagramma di Feynman lo strumento inventato dal fisico americano Richard Feynman per effettuare i calcoli riguardanti scattering nella teoria quantistica dei campi.
Ritorniamo alla domanda iniziale, cosa accomuna un talentuoso suonatore di bongo, un raffinato pittore ed un geniale scienziato?
Feynman da leggendario professore quale era, ci ha trasmesso tantissimi insegnamenti ma ne vorrei sottolineare uno in particolare. Per avere davvero il successo che auspichiamo ed al quale diamo noi, e solo noi, il valore che merita, l'ingrediente fondamentale è uno ed uno solo, il divertimento.
Così la passione per il bongo o per la pittura, non sono più avulsi dalla ricerca scientifica, perché come per un bambino che scopre il mondo, essi possono stimolare la nostra curiosità e dare un senso alle nostre vite grazie allo straordinario piacere di scoprire le cose.
Feynman amava definirsi Fisico premio Nobel, insegnante, cantastorie, suonatore di bongo.
domenica 11 marzo 2012
La costellazione Singularity
Sono un ingegnere che ama molto le persone e crede che dietro l'accadere degli eventi non ci siano solo coincidenze.
Riesco abbastanza spesso a vedere da un apparente e caotico groviglio di punti, un'immagine chiara. Ma una volta identificata continuo ad unire quei punti, per vedere se qualcosa di nuovo era ancora nascosto.
Vi confiderò un piccolo "segreto". Non c'é nessuna dote straordinaria in fare questo. Si tratta solo di tecnica e pratica. L'importante, come ben sapevano i primi navigatori, è avere delle stelle "fisse" di riferimento.
Le stelle fisse sono tutte le stelle del cielo che sembrano immobili ognuna rispetto all'altra, come se fossero idealmente incollate o fissate sulla volta celeste: questa le trascina con se nel suo moto di rotazione, generando il fenomeno del loro sorgere e del loro tramontare.
Raggrupamenti ideali di stelle fisse, vengono chiamati costellazioni. Nella mia costellazione ideale ci sono la famiglia, gli amici, i valori in cui credo (onestà, rispetto e lealtà su tutti) ed i sacrifici necessari per ottenere dei risultati nel lavoro.
Ma anche le stelle fisse subiscono alcune piccolissime variazioni delle posizioni relative, che possono essere percepite solo dopo molti secoli e che sono dovute al moto proprio di ciascuna stella che si misura di norma in ascensione retta e in declinazione.
Nella mia vita terrena le variazioni percepite hanno periodi decisamente più modesti. Mediamente, dopo circa tre lustri, registro delle variazioni relative ed allora mi affretto a riunire i punti.
Così dopo 16 anni lavorando in grosse multinazionali come Siemens e Nokia, in cui sono passato dalla ricerca e sviluppo, il marketing e le vendite, IT, alla formazione tecnica e manageriale; ho visto un insieme di punti nuovi che lasciano intravvedere una figura davvero interessante, la costellazione Singularity.
In Singularity ci sono al momento tre "stelle fisse" quelle di Cesim (Formazione e Comunicazione), Nagima (Consulenza) e Cosi (Tecnologia e Sistemi). In ognuna di esse penso di poter creare valore per i clienti, l'azienda e me stesso.
Quello che mi appassiona però, come ho indicato fin dall'inizio, sono soprattutto le persone, le potenzialità nascoste ed esplicite, le dinamicità e le visioni.
Da domani inizierò ad unire i punti della mia nuova avventura professionale come consulente, inizialmente nelle aree in cui sono maggiori le mie competenze e più significative le mie esperienze: sviluppo della leadership, innovazione, social media e tecnologia.
Sono curioso di vedere quale sarà alla fine la forma della costellazione Singularity, ho la sensazione che saranno tanti gli artisti che ci aiuteranno a crearla :-)
Riesco abbastanza spesso a vedere da un apparente e caotico groviglio di punti, un'immagine chiara. Ma una volta identificata continuo ad unire quei punti, per vedere se qualcosa di nuovo era ancora nascosto.
Vi confiderò un piccolo "segreto". Non c'é nessuna dote straordinaria in fare questo. Si tratta solo di tecnica e pratica. L'importante, come ben sapevano i primi navigatori, è avere delle stelle "fisse" di riferimento.
Le stelle fisse sono tutte le stelle del cielo che sembrano immobili ognuna rispetto all'altra, come se fossero idealmente incollate o fissate sulla volta celeste: questa le trascina con se nel suo moto di rotazione, generando il fenomeno del loro sorgere e del loro tramontare.
Raggrupamenti ideali di stelle fisse, vengono chiamati costellazioni. Nella mia costellazione ideale ci sono la famiglia, gli amici, i valori in cui credo (onestà, rispetto e lealtà su tutti) ed i sacrifici necessari per ottenere dei risultati nel lavoro.
Ma anche le stelle fisse subiscono alcune piccolissime variazioni delle posizioni relative, che possono essere percepite solo dopo molti secoli e che sono dovute al moto proprio di ciascuna stella che si misura di norma in ascensione retta e in declinazione.
Nella mia vita terrena le variazioni percepite hanno periodi decisamente più modesti. Mediamente, dopo circa tre lustri, registro delle variazioni relative ed allora mi affretto a riunire i punti.
Così dopo 16 anni lavorando in grosse multinazionali come Siemens e Nokia, in cui sono passato dalla ricerca e sviluppo, il marketing e le vendite, IT, alla formazione tecnica e manageriale; ho visto un insieme di punti nuovi che lasciano intravvedere una figura davvero interessante, la costellazione Singularity.
In Singularity ci sono al momento tre "stelle fisse" quelle di Cesim (Formazione e Comunicazione), Nagima (Consulenza) e Cosi (Tecnologia e Sistemi). In ognuna di esse penso di poter creare valore per i clienti, l'azienda e me stesso.
Quello che mi appassiona però, come ho indicato fin dall'inizio, sono soprattutto le persone, le potenzialità nascoste ed esplicite, le dinamicità e le visioni.
Da domani inizierò ad unire i punti della mia nuova avventura professionale come consulente, inizialmente nelle aree in cui sono maggiori le mie competenze e più significative le mie esperienze: sviluppo della leadership, innovazione, social media e tecnologia.
Sono curioso di vedere quale sarà alla fine la forma della costellazione Singularity, ho la sensazione che saranno tanti gli artisti che ci aiuteranno a crearla :-)
venerdì 9 marzo 2012
Chi ha spostato il mio cellulare ...
Dopo 14 anni, oggi è stato il mio ultimo giorno di lavoro in Nokia.
In questa azienda ho imparato tantissime cose, mamma mia che anni, come sono cambiato.
A volte ho fatto delle scelte errate. Ma mi potreste dire, Filippo chi non le fa? In effetti dalle mie parti si dice "cu mancia fa muddichi" (chi mangia fa delle briciole) l'importante è trarne sempre degli insegnamenti.
E' da qualche tempo che cerco di trovare il "coraggio" di fare questa scelta. E da bravo ingegnere ho cercato di mettere piano piano i pezzi insieme, capendo che la "certezza" del breve, non era realistica, perché presto finiranno per tutti queste presunte certezze; e neanche responsabile, pensando al bene delle mie ragazze: la mia piccola Carla e mia moglie Alessandra.
Così ispirandomi alla bella favola di Spencer Johnson "chi ha spostato il mio formaggio" ... per mia scelta (e lo dico con un pizzico di orgoglio) ho deciso di tentare altro prima di essere costretto a farlo dagli eventi.
Certo il coraggio non è il mio punto di forza, anzi :-) e non me la sono sentita di fare salti nel buio, così quando quei pezzi di cui sopra, si sono uniti, ho deciso di accelerare i tempi, iniziando la mia strada da libero professionista inizialmente nelle aree in cui sono maggiori le mie competenze e più significative le mie esperienze: sviluppo della leadership, innovazione, social media e tecnologia.
Inizierò il mio cammino da consulente e libero professionista grazie a degli amici che hanno riposto fiducia in me, Gianfranco Di Maira e Marco Rosetti, partners e co fondatori di Cesim Italia e Singularity s.r.l. .
In Singularity oltre ad occuparmi delle tematiche di cui sopra, mi dedicherò allo sviluppo del business, alla consulenza direzionale, alla creazione della corporate digital strategy ed al mio pallino da sempre, la formazione dato che sono e rimarrò sempre un animale d’aula :-)
Non escludo però che nel prossimo futuro o con loro o da solo, deciderò di fare ulteriori passi in avanti verso quello che è il mio sogno, creare ricchezza per i miei clienti e i miei cari, facendo qualcosa che abbia senso anche per il mondo in cui viviamo. Proto idee ancora allo stato embrionale :-)
Adesso auguratemi in bocca al lupo e se volete seguire i miei progressi, controllate periodicamente il mio profilo su linkedIN.
Il mondo è piccolo, arrivederci "kiitos" ed in bocca al lupo Nokia.
In questa azienda ho imparato tantissime cose, mamma mia che anni, come sono cambiato.
A volte ho fatto delle scelte errate. Ma mi potreste dire, Filippo chi non le fa? In effetti dalle mie parti si dice "cu mancia fa muddichi" (chi mangia fa delle briciole) l'importante è trarne sempre degli insegnamenti.
E' da qualche tempo che cerco di trovare il "coraggio" di fare questa scelta. E da bravo ingegnere ho cercato di mettere piano piano i pezzi insieme, capendo che la "certezza" del breve, non era realistica, perché presto finiranno per tutti queste presunte certezze; e neanche responsabile, pensando al bene delle mie ragazze: la mia piccola Carla e mia moglie Alessandra.
Così ispirandomi alla bella favola di Spencer Johnson "chi ha spostato il mio formaggio" ... per mia scelta (e lo dico con un pizzico di orgoglio) ho deciso di tentare altro prima di essere costretto a farlo dagli eventi.
Certo il coraggio non è il mio punto di forza, anzi :-) e non me la sono sentita di fare salti nel buio, così quando quei pezzi di cui sopra, si sono uniti, ho deciso di accelerare i tempi, iniziando la mia strada da libero professionista inizialmente nelle aree in cui sono maggiori le mie competenze e più significative le mie esperienze: sviluppo della leadership, innovazione, social media e tecnologia.
Inizierò il mio cammino da consulente e libero professionista grazie a degli amici che hanno riposto fiducia in me, Gianfranco Di Maira e Marco Rosetti, partners e co fondatori di Cesim Italia e Singularity s.r.l. .
In Singularity oltre ad occuparmi delle tematiche di cui sopra, mi dedicherò allo sviluppo del business, alla consulenza direzionale, alla creazione della corporate digital strategy ed al mio pallino da sempre, la formazione dato che sono e rimarrò sempre un animale d’aula :-)
Non escludo però che nel prossimo futuro o con loro o da solo, deciderò di fare ulteriori passi in avanti verso quello che è il mio sogno, creare ricchezza per i miei clienti e i miei cari, facendo qualcosa che abbia senso anche per il mondo in cui viviamo. Proto idee ancora allo stato embrionale :-)
Adesso auguratemi in bocca al lupo e se volete seguire i miei progressi, controllate periodicamente il mio profilo su linkedIN.
Il mondo è piccolo, arrivederci "kiitos" ed in bocca al lupo Nokia.
venerdì 20 gennaio 2012
Movimento dei forconi in Sicilia ... quali saranno i frutti?
C'è la mafia o l'esasperazione di un popolo dietro la protesta del movimento dei forconi in Sicilia?
Troppo spesso le cose non sono come appaiono, io da lontano vedo comunque il fenomeno come un segno positivo e di cambiamento, non ci resta che attendere.
Diceva duemila anni fa, qualcuno molto più autorevole del sottoscritto: "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto" ...
Troppo spesso le cose non sono come appaiono, io da lontano vedo comunque il fenomeno come un segno positivo e di cambiamento, non ci resta che attendere.
Diceva duemila anni fa, qualcuno molto più autorevole del sottoscritto: "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto" ...
mercoledì 18 gennaio 2012
L'Italia dei De Falco e degli Schettino
I momenti di difficoltà e di stress agiscono come amplificatori delle peculiarità umane. In un momento così difficile come questo, è facile trovare delle analogie con il vergognoso episodio di cui si è reso protagonista il capitano della nave da crociera Costa Concordia.
Dalla politica, alla società civile, il nostro paese è pieno di tanti "schettini". Ma fortunatamente, grazie a qualche comandante De Falco che ci ricorda quali sono i nostri doveri e che la codardia non è un valore da sfruttare, viene restituita un po di dignità a noi italiani.
I primi bagliori di una protesta civile in Sicilia, dai tempi dei Vespri Siciliani, fanno ben sperare che l'Italia dei furbetti, dei codardi dei volta gabbana non abbia futuro.
Se prevarranno i De Falco agli Schettino, i nostri figli avranno un futuro, altrimenti sarà meglio cambiare paese.
Dalla politica, alla società civile, il nostro paese è pieno di tanti "schettini". Ma fortunatamente, grazie a qualche comandante De Falco che ci ricorda quali sono i nostri doveri e che la codardia non è un valore da sfruttare, viene restituita un po di dignità a noi italiani.
I primi bagliori di una protesta civile in Sicilia, dai tempi dei Vespri Siciliani, fanno ben sperare che l'Italia dei furbetti, dei codardi dei volta gabbana non abbia futuro.
Se prevarranno i De Falco agli Schettino, i nostri figli avranno un futuro, altrimenti sarà meglio cambiare paese.
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