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venerdì 15 ottobre 2010

La (dis)informazione sulla crisi economica

Da una ricerca del sito LaVoce.info emerge in modo evidente, come i media ed in particolare la televisione, sistematicamente forniscano ai cittadini informazioni errate sulle reali dimensioni della crisi economica.

Secondo lavoce.info la crisi poteva dare ai cittadini, una grande occasione per migliorare le conoscenze economiche:
"I media avrebbero dovuto aiutare il pubblico a leggere correttamente le statistiche disponibili. In presenza di forti discontinuità, come in una crisi di questa portata, è sempre essenziale mettere in relazione ogni dato economico con la situazione precedente la crisi. Solo noi, con pochissimi altri, l’abbiamo fatto. Alcune testate televisive, come da noi documentato, hanno invece scelto la strada della disinformazione"

Ad esempio il TG1 del 10 Maggio 2010 ha presentato un rimbalzino dello 0,1% della produzione industriale come una sorta di nuovo miracolo economico, peccato si venisse da un crollo del 30 per cento.

Andamento produzione industriale in Italia Marzo 2008-Marzo 2010 (fonte ISTAT lavoce.info)

Purtroppo il mezzo di informazione di gran lunga più utilizzato per ottenere informazioni economiche è la televisione. Così il 30 per cento degli intervistati nello studio effettuato, ritiene addirittura che l’Italia sia cresciuta e che il 2009 sia stato un anno positivo per la nostra economia. Per un altro 50 per cento (tra chi risponde) il PIL è calato meno del 2 per cento.

Ma non era la crisi un effetto del pessimismo degli italiani e dei catastrofisti?

Per aiutare gli allergici ai numeri faccio un esempio semplice:
Supponiamo sia stato 100 il valore dei servizi e prodotti creati in Italia (PIL) nel 2008, un calo del 30% nel 2009 avrebbe ridotto il PIL a 70. Se nel 2010 l'economia crescesse del 30% il valore finale non sarebbe 100 ma 91.

Con gli attuali trend di crescita, intorno all'1% (*) riusciremo a creare la stessa ricchezza prodotta nel 2007 tra 8-10 anni!

Peccato che i costi nel frattempo non diminuiranno che tradotto significa che gli italiani devono rendersi conto (e non ci vuole tanto) di essere più poveri, ridimensionando il loro tenore di vita. Un male assoluto? FORSE un male necessario per recuperare un minimo di equilibrio e sobrietà, ma CERTAMENTE un fatto!

Tornando al tema dell'informazione economica, per una volta si potrebbe affermare ironicamente "benedetta" ignoranza ...

Come emerge dal rapporto dello studio effettuato, chi si è informato attraverso i telegiornali ed i programmi di approfondimento in televisione, intervistato su temi come Prodotto Interno Lordo, disoccupazione e crescita economica, ha fornito risposte con deviazioni standard maggiori (margine di errore) rispetto a chi non si era documentato usando quel tipo di media.

Internet risulta invece lo strumento più affidabile e corretto d'informazione. Così come confermato dal rapporto in oggetto, le persone che hanno approfondito la loro conoscenza sulla crisi economica, utilizzando siti e blog on line, hanno mostrato una migliore conoscenza dei dati macroeconomici sull'attuale crisi economica.

Non stupisce quindi l'accanimento di molti componenti della classe politica italiana nei confronti della rete. L’informazione economica è vitale in una democrazia e mai come oggi la conoscenza è potere.

(*) I divari di crescita tra i maggiori paesi dell'area dell'euro tendono ad ampliarsi. In particolare rispetto alla Germania. Nel complesso dell'area il Pil è cresciuto dell'1 per cento nel secondo trimestre rispetto al primo (contro lo 0,2 del periodo precedente). In Germania l'incremento del Pil è stato molto più deciso (2,2 per cento nel secondo trimestre); dal punto di minimo ciclico l'economia tedesca è finora complessivamente cresciuta del 4,2 per cento, circa tre punti più della media degli altri paesi dell'area; in Francia e in Italia il recupero è stato solo dell'1,9 e dell'1,3 per cento, rispettivamente (fonte bankitalia).

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