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martedì 10 novembre 2009

La larga banda oggi come l'energia elettrica 100 anni fa.

Sul finire del XIX secolo fu costruita a Milano la prima centrale termoelettrica a carbone. In seguito lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale, permise lo sfruttamento del grande bacino idroelettrico costituito dalle Alpi. Grazie all'energia idroelettrica iniziò lo sviluppo industriale italiano.

Non è azzardato paragonare l'importanza che ebbe 100 anni fa, per lo sviluppo del paese, la realizzazione di una rete di distribuzione nazionale dell'energia elettrica, con quella che ricoprirà nei prossimi decenni la diffusione della rete di trasmissione dati a banda larga(*).

Esiste una chiara correlazione tra competitività di un paese e la diffusione di reti di trasmissione dati a banda larga. Non è un caso infatti che un paese da anni ai vertici delle classifiche stilate dal World Economic Forum, come la Finlandia, abbia sancito come "diritto" l'accesso ad una broadband per i propri cittadini.

Il nostro paese, per la sua morfologia, potrebbe più di altri cogliere le opportunità offerte dalla larga banda, contribuendo così a colmare il divario di sviluppo tra nord e sud.

La diffusione capillare di una rete a banda larga, crea nuovi paradigmi e modelli di business che rendono virtualmente ininfluente la location dei fornitori di servizi e prodotti con quella dei propri clienti finali.

Le analisi di Confindustria ci aiutano a comprendere le prospettive dal punto di vista economico: si stima che per ogni euro investito nel settore ICT si sviluppa 1,45 euro di Pil !

Purtroppo l’Italia presenta tassi di diffusione e crescita della banda larga tra i più bassi in Europa.

Meno del 20% degli italiani (10,6 milioni) accede regolarmente ai servizi offerti dalla banda larga e 14 milioni di famiglie non dispongono di una connessione a banda larga e, di queste, oltre 11 milioni non possiede un PC.

La rete italiana in doppino in rame è stata completata intorno agli anni '60 e, dunque, nel migliore dei casi presenta un'obsolescenza di quarant'anni. Non stupisce quindi che le famiglie italiane citino tra i maggiori ostacoli all’adozione dei servizi broadband, l’assenza di copertura.

Non è possibile più attendere. L'importanza dello sviluppo di infrastrutture come strade, ferrovie ed aeroporti è assolutamente comparabile a quella delle tecnologie di trasmissione dati. Per la competitività di una piccola o media azienda siciliana, è più determinante oggi l'accesso ad un rete ADSL che ad un ponte sullo stretto.

Spero che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, possa rivedere la sua intenzione di posticipare gli investimenti previsti (800 milioni di euro).

Sarebbe abnorme questa volta, il costo della miopia dei nostri legislatori e tra qualche anno i nostri figli e nipoti, potrebbero chiedercene conto.

Cosa avreste detto voi ai vostri nonni e padri, se oggi in Italia i propri cittadini fossero costretti a vivere in un paese senza una efficiente e capillare rete di distribuzione dell'energia elettrica?



(*) La raccomandazione I.113 (06/97) del Telecommunication Standardization Sector dell'ITU (ITU-T) ha definito la banda larga come una capacità trasmissiva maggiore del primary rate ISDN, cioè 1.5 (negli USA) o 2 Mbit/s in Europa.

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