Il politically correct a volte sfiora il ridicolo. In questi giorni ho ricevuto auguri da tutte le parti del mondo ma in nessuno dei messaggi ho colto l'origine delle cose, la ragione per cui ogni anno la notte tra il 24 ed il 25 Dicembre, decidiamo di tornare nella nostra terra, tra i nostri cari a festeggiare non si capisce quale evento.
Per non "offendere" la sensibilità di alcuno non si menziona mai il Natale come oggetto degli auguri, ma si fa riferimento ad una non meno identificata "season" (stagione).
Rispetto gli agnostici ed i non credenti, un pò meno gli uomini di fede che nascondono i loro sentimenti dietro a questo indisponente relativismo o peggio mancando di coerenza nella vita di tutti i giorni, dimenticando così che la missione di ogni cattolico è rendere testimonianza e portare la buona novella che in un piccolo bimbo, nato nella più assoluta povertà, duemila anni fa Dio si è fatto uomo.
Ritroviamo il Natale dentro noi e non nascondiamoci dietro un dito. Quel piccolo bimbo ha cambiato la storia dell'umanità e, a prescindere dal fatto di aver ricevuto o meno il dono della fede, il suo messaggio è ancora valido ed universale e mai come adesso, andrebbe comunicato e condiviso nei cuori di tutti.
Buon Natale arrivederci nel 2009 !!!
La Natività - Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Trafugata a Palermo Oratorio di San Lorenzo nell'Ottobre 1969)
Il blog di Filippo Monastra ... liberi pensieri su tutto quello che mi passa per la testa ...
domenica 21 dicembre 2008
venerdì 19 dicembre 2008
Il prezzo della verità ...
Il 19 Novembre del 2001 la giornalista catanese Maria Grazia Cutuli veniva assassinata nei pressi di Sarobi, sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul, a circa 40 chilometri dalla capitale afghana.
Insieme a lei trovarono la morte l'inviato di El Mundo Julio Fuentes e due corrispondenti dell'agenzia Reuters, il cameraman australiano Harry Burton e il fotografo afgano Azizullah Haidari.
Per quel delitto fu condannato alla pena capitale Reza Khan, esecutore materiale del delitto, secondo l'accusa legato a "Mohamed Agha", un presunto talebano capo della zona dove avvenne il crimine.
Molte sono le ombre su questa vicenda. Dopo la condanna la famiglia della giornalista etnea si oppose all'esecuzione del presunto assassino, dichiarando che "l'uso della violenza è sbagliato sempre".
Rizzoli ha pubblicato (acquistabile esclusivamente on line) un libro dal titolo “Il Cielo degli Ultimi” che contiene i migliori reportage della giornalista del Corriere ed un DVD il cui trailer è disponibile su Ytube.
Maria Grazia rendeva onore alla categoria dei giornalisti e alla sua città natale.
Sapeva che la missione di un cronista è conoscere e comunicare la verità. Non aveva paura delle conseguenze, non cercava scorciatoie né sponsorizzazioni da parte delle segreterie dei partiti. Per questa sua onestà ed il coraggio, ha pagato con la vita e purtroppo questo è troppo spesso il "prezzo della verità" ....
Insieme a lei trovarono la morte l'inviato di El Mundo Julio Fuentes e due corrispondenti dell'agenzia Reuters, il cameraman australiano Harry Burton e il fotografo afgano Azizullah Haidari.
Per quel delitto fu condannato alla pena capitale Reza Khan, esecutore materiale del delitto, secondo l'accusa legato a "Mohamed Agha", un presunto talebano capo della zona dove avvenne il crimine.
Molte sono le ombre su questa vicenda. Dopo la condanna la famiglia della giornalista etnea si oppose all'esecuzione del presunto assassino, dichiarando che "l'uso della violenza è sbagliato sempre".
Rizzoli ha pubblicato (acquistabile esclusivamente on line) un libro dal titolo “Il Cielo degli Ultimi” che contiene i migliori reportage della giornalista del Corriere ed un DVD il cui trailer è disponibile su Ytube.
Maria Grazia rendeva onore alla categoria dei giornalisti e alla sua città natale.
Sapeva che la missione di un cronista è conoscere e comunicare la verità. Non aveva paura delle conseguenze, non cercava scorciatoie né sponsorizzazioni da parte delle segreterie dei partiti. Per questa sua onestà ed il coraggio, ha pagato con la vita e purtroppo questo è troppo spesso il "prezzo della verità" ....
giovedì 18 dicembre 2008
Paese strano ...
E' un paese strano il nostro, se qualcuno delinque e viene beccato con le mani nella marmellata si dice, poverino ...
Se i livelli di inquinamento delle acque superano la soglia consentita, vengono modificati i criteri di valutazione, se si costruisce a ridosso di un parco archeologico, si fanno delle sanatorie, se se se se ... potremmo continuare a lungo.
Così non mi stupisce la risposta delle istituzioni e dei poteri forti (la stampa) che propongono non di riformare le istituzioni corrotte, ma di impedire a chi, facendo il proprio dovere, indaga sul comportamento disonesto dei politici, banalizzando: se un politico ruba, bisogna riformare la giustizia ...
La campagna denigratoria è già iniziata e si capisce che questa volta per i cittadini sarà meno facile arrivare alla verità. La lezione di tangentopoli è stata imparata ed oggi il controllo della politica sull'informazione, tranne rare eccezioni, è totale - siamo alla resa dei conti!
Così i talk show sono già pieni di politici, amici degli amici ed ex condannati di tangentopoli che fanno fronte unico contro i giudici che indagano. Licio Gelli tiene lezioni di democrazia in televisione e le inchieste giornalistiche "di spessore", sono affidate al Gabibbo.
Polito sul Riformista oggi scrive "Le procure stanno per sciogliere un altro partito?". Senza mezzi termini, il giornalista si schiera contro la magistratura, dimostrando che il tanto vituperato "berlusconismo" non è un'esclusiva del centrodestra.
Giuliano Ferrara, invita i "suoi" a non festeggiare scrivendo "Serve un patto tra il Cav. e Veltroni contro tutta questa fatiscente robaccia".
Ferrara sa benissimo che come avvenuto durante tangentopoli, se non si porrà subito "rimedio" il ciclone investirà tutto l'arco parlamentare (Bocchino, docet) compresa quella lega di duri e puri che, ai tempi di mani pulite, sacrificò ai "voraci" magistrati il suo tesoriere "quel pirla di Patelli".
Certo in un periodo così difficile, sperare in questa classe politica per trovare una soluzione alla crisi economica equivale, come si dice in Sicilia ad "Arriccumannarici a pecura o lupu" (affidare la pecora al lupo).
Io continuo a rimanere un'ottimista, qualcosa sta cambiando, la scorsa settimana metà dei cittadini abruzzesi ha deciso di disertare le urne (l'affluenza alle recenti politiche aveva superato l'80%) .
Usando una metafora "vulcanologica", non ho mai visto una colata lavica dell'Etna che non sia stata prima o poi colonizzata da qualche forma di muschi o licheni e citando parzialmente Giuliano Ferrara, spero cresca presto una ginestra sulle macerie di "questa fatiscente robaccia" ...
Se i livelli di inquinamento delle acque superano la soglia consentita, vengono modificati i criteri di valutazione, se si costruisce a ridosso di un parco archeologico, si fanno delle sanatorie, se se se se ... potremmo continuare a lungo.
Così non mi stupisce la risposta delle istituzioni e dei poteri forti (la stampa) che propongono non di riformare le istituzioni corrotte, ma di impedire a chi, facendo il proprio dovere, indaga sul comportamento disonesto dei politici, banalizzando: se un politico ruba, bisogna riformare la giustizia ...
La campagna denigratoria è già iniziata e si capisce che questa volta per i cittadini sarà meno facile arrivare alla verità. La lezione di tangentopoli è stata imparata ed oggi il controllo della politica sull'informazione, tranne rare eccezioni, è totale - siamo alla resa dei conti!
Così i talk show sono già pieni di politici, amici degli amici ed ex condannati di tangentopoli che fanno fronte unico contro i giudici che indagano. Licio Gelli tiene lezioni di democrazia in televisione e le inchieste giornalistiche "di spessore", sono affidate al Gabibbo.
Polito sul Riformista oggi scrive "Le procure stanno per sciogliere un altro partito?". Senza mezzi termini, il giornalista si schiera contro la magistratura, dimostrando che il tanto vituperato "berlusconismo" non è un'esclusiva del centrodestra.
Giuliano Ferrara, invita i "suoi" a non festeggiare scrivendo "Serve un patto tra il Cav. e Veltroni contro tutta questa fatiscente robaccia".
Ferrara sa benissimo che come avvenuto durante tangentopoli, se non si porrà subito "rimedio" il ciclone investirà tutto l'arco parlamentare (Bocchino, docet) compresa quella lega di duri e puri che, ai tempi di mani pulite, sacrificò ai "voraci" magistrati il suo tesoriere "quel pirla di Patelli".
Certo in un periodo così difficile, sperare in questa classe politica per trovare una soluzione alla crisi economica equivale, come si dice in Sicilia ad "Arriccumannarici a pecura o lupu" (affidare la pecora al lupo).
Io continuo a rimanere un'ottimista, qualcosa sta cambiando, la scorsa settimana metà dei cittadini abruzzesi ha deciso di disertare le urne (l'affluenza alle recenti politiche aveva superato l'80%) .
Usando una metafora "vulcanologica", non ho mai visto una colata lavica dell'Etna che non sia stata prima o poi colonizzata da qualche forma di muschi o licheni e citando parzialmente Giuliano Ferrara, spero cresca presto una ginestra sulle macerie di "questa fatiscente robaccia" ...
lunedì 15 dicembre 2008
Il ponte sullo stretto e la serva ...
Sarà accanimento terapeutico, ma continuo a fustigarmi leggendo la rubrica di Tony Zermo sulla Sicilia web.
Dopo il casinò di Taormina, senza ombra di dubbio il cavallo di battaglia di Tony Zermo è il ponte sullo stretto di Messina.
Si/ci chiede Zermo, con palese retorica: Il ponte sullo stretto serve?
La sua utilità non dovrebbe essere messa in discussione da alcuno, specie se a suffragarla, sono i cinque punti che il giornalista catanese indica ad un suo lettore palermitano:
1) i traghetti sono obsoleti, sono per la maggior parte in mano ai «padroni del mare» e perdono 150 milioni di euro l’anno.
2) senza Ponte non avremo mai l’alta velocità ferroviaria che serve anche a te che vivi nella Sicilia occidentale, e l’alta velocità rappresenta la modernità e la rivoluzione dei trasporti.
3) non è vero che Messina sarà scavalcata perché si libererà il fronte mare dai binari ferroviari e sarà un grande richiamo turistico, anche per la tanta gente che verrà a vedere il Ponte più lungo del mondo
4) il Ponte sarà un grande stimolatore di turismo per tutta la Sicilia, perché una volta attraversato i turisti non mancheranno di visitare le bellezze dell’Isola
5) Calzona ha individuato alcune possibili criticità dell’opera, ma l’Italia e il Gruppo di cui è capofila Impregilo hanno le capacità tecniche per risolverle.
La costruzione di un'infrastruttura così onerosa per le casse dello stato e per l'impatto ambientale, merita considerazioni che non sono legate alle ideologie politiche ma ad una accurata analisi di COSTO OPPORTUNITA' specie se si tiene conto della limitatezza delle risorse finanziarie a disposizione del nostro governo.
Non ho molto da aggiungere a quello scritto dai vari Lucky Luke, Gianfranco e Massimo Alì sul forum della Sicilia, o all'articolo di Luigi Concio di lega ambiente, rimango ancora una volta basito davanti alla superficialità, se ci si basa sui 5 punti elencati, con la quale il dottor Zermo ancora una volta, tenta di convincerci della bontà delle "sue" idee che, ma questo è certamente un caso, coincidono SEMPRE con quelle dei soliti noti che hanno fatto scempio dei soldi della comunità, provocando nei fatti, l'arretramento economico e sociale dell'isola.
Ci avviciniamo a Natale e voglio essere più buono, così provo a rispondere alla domanda del giornalista della Sicilia:
il ponte serve ... si ... come la serva di Totò ...
Dopo il casinò di Taormina, senza ombra di dubbio il cavallo di battaglia di Tony Zermo è il ponte sullo stretto di Messina.
Si/ci chiede Zermo, con palese retorica: Il ponte sullo stretto serve?
La sua utilità non dovrebbe essere messa in discussione da alcuno, specie se a suffragarla, sono i cinque punti che il giornalista catanese indica ad un suo lettore palermitano:
1) i traghetti sono obsoleti, sono per la maggior parte in mano ai «padroni del mare» e perdono 150 milioni di euro l’anno.
2) senza Ponte non avremo mai l’alta velocità ferroviaria che serve anche a te che vivi nella Sicilia occidentale, e l’alta velocità rappresenta la modernità e la rivoluzione dei trasporti.
3) non è vero che Messina sarà scavalcata perché si libererà il fronte mare dai binari ferroviari e sarà un grande richiamo turistico, anche per la tanta gente che verrà a vedere il Ponte più lungo del mondo
4) il Ponte sarà un grande stimolatore di turismo per tutta la Sicilia, perché una volta attraversato i turisti non mancheranno di visitare le bellezze dell’Isola
5) Calzona ha individuato alcune possibili criticità dell’opera, ma l’Italia e il Gruppo di cui è capofila Impregilo hanno le capacità tecniche per risolverle.
La costruzione di un'infrastruttura così onerosa per le casse dello stato e per l'impatto ambientale, merita considerazioni che non sono legate alle ideologie politiche ma ad una accurata analisi di COSTO OPPORTUNITA' specie se si tiene conto della limitatezza delle risorse finanziarie a disposizione del nostro governo.
Non ho molto da aggiungere a quello scritto dai vari Lucky Luke, Gianfranco e Massimo Alì sul forum della Sicilia, o all'articolo di Luigi Concio di lega ambiente, rimango ancora una volta basito davanti alla superficialità, se ci si basa sui 5 punti elencati, con la quale il dottor Zermo ancora una volta, tenta di convincerci della bontà delle "sue" idee che, ma questo è certamente un caso, coincidono SEMPRE con quelle dei soliti noti che hanno fatto scempio dei soldi della comunità, provocando nei fatti, l'arretramento economico e sociale dell'isola.
Ci avviciniamo a Natale e voglio essere più buono, così provo a rispondere alla domanda del giornalista della Sicilia:
il ponte serve ... si ... come la serva di Totò ...
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