Plinio il vecchio diceva che la casa è dove si trova il cuore.
Venti anni fa più o meno a quest'ora iniziava la mia avventura milanese, ma la mia casa ed il mio cuore erano ad Aci Castello, un bel paese sul mare alle porte di Catania.
Chi mi conosce sa quanto ami e sia orgoglioso della mia Sicilia, ma dopo venti anni se mi chiedeste dove è oggi la tua casa, risponderei senza esitazioni, è dove si trova il mio cuore, a Milano.
Milano non esagero se dico che ti amo come la mia ...Catania. A Milano devo tutto dal punto di vista professionale, ma qui ho trovato anche degli amici veri e persone che mi hanno sempre rispettato e amato. Milano meriterà per sempre il mio affetto e la mia riconoscenza, fosse solo perché ha dato i natali a mia figlia che ho chiamato Carla proprio come il suo patrono.
Venti anni come sono passati, non è stato facile, ma Milano se la ami e non sputi nel piatto dove mangi, non ti tradisce mai. Milano sei una città concreta e quindi mi fermo qui e ti dico solo un'altra cosa ... Grazie !
Il blog di Filippo Monastra ... liberi pensieri su tutto quello che mi passa per la testa ...
mercoledì 16 novembre 2016
lunedì 27 giugno 2016
Giuseppe Sapienza sempre da Champions League
Un anno fa, in questi giorni, una notizia letta al volo facendo colazione avrebbe rovinato la mia giornata e quella di migliaia di tifosi rossazzurri. Non voglio dilungarmi oltre su quella vicenda che ancora brucia dentro.
Dopo un anno, qualche sera fa con alcuni amici catanesi ci siamo rivisti per commentare le ultime vicende legate al nostro amato Catania. Chiamatelo senso di appartenenza o semplicemente l'applicazione di un principio a cui crediamo: è quando si è in difficoltà che bisogna dare il meglio. Così ci siamo chiesti, allora come oggi, al di la dei nostri ruoli aziendali, ed a prescindere dal fatto di vivere a migliaia di chilometri di distanza, come le nostre professionalità e l'amore per Catania possono oggi creare valore per la nostra terra?
Approfittando della presenza di un esperto di comunicazione come Giuseppe Sapienza Direttore della Comunicazione del Milan, abbiamo provato ad immaginare una strategia per aiutare nel nostro piccolo la nostra terra e la nostra squadra del cuore, il Catania.
Ci ripromettiamo di continuare queste belle chiacchierate, Peppe lo scorso anno ci aveva suggerito di lanciare la campagna social #semprediserieA. In serie A ci torneremo, ma quella categoria i tifosi del Catania non l'hanno mai persa. Nel frattempo, chi invece continua a vivere lontano dalla propria terra, non deve far altro che onorare quell'appartenenza con lavoro, abnegazione, serietà e professionalità.
A proposito anche all'amico Peppe dico, non ti preoccupare delle difficoltà del tuo Milan, anche tu resti #sempredachampionsleague :-)
Dopo un anno, qualche sera fa con alcuni amici catanesi ci siamo rivisti per commentare le ultime vicende legate al nostro amato Catania. Chiamatelo senso di appartenenza o semplicemente l'applicazione di un principio a cui crediamo: è quando si è in difficoltà che bisogna dare il meglio. Così ci siamo chiesti, allora come oggi, al di la dei nostri ruoli aziendali, ed a prescindere dal fatto di vivere a migliaia di chilometri di distanza, come le nostre professionalità e l'amore per Catania possono oggi creare valore per la nostra terra?
Approfittando della presenza di un esperto di comunicazione come Giuseppe Sapienza Direttore della Comunicazione del Milan, abbiamo provato ad immaginare una strategia per aiutare nel nostro piccolo la nostra terra e la nostra squadra del cuore, il Catania.
Ci ripromettiamo di continuare queste belle chiacchierate, Peppe lo scorso anno ci aveva suggerito di lanciare la campagna social #semprediserieA. In serie A ci torneremo, ma quella categoria i tifosi del Catania non l'hanno mai persa. Nel frattempo, chi invece continua a vivere lontano dalla propria terra, non deve far altro che onorare quell'appartenenza con lavoro, abnegazione, serietà e professionalità.
A proposito anche all'amico Peppe dico, non ti preoccupare delle difficoltà del tuo Milan, anche tu resti #sempredachampionsleague :-)
mercoledì 27 gennaio 2016
La sottile seduzione del male
Si assiste in questi ultimi tempi ad un'inquisizione al contrario. Ad una vera forma di razzismo nei confronti dei credenti, che se esprimono le proprie opinioni sono nel migliore dei casi dei bigotti, nel peggiore dei prevaricatori e degli inguaribili creduloni manipolati da preti pedofili ed approfittatori.
Da queste e peggiori persecuzioni il cattolicesimo fa i conti da più di duemila anni. La chiesa è sopravvissuta nonostante tutto però, perfino alle nefandezze di parte della stessa gerarchia ecclesiastica. Solo che oggi l'attacco è più sottile. Perché i cattivi si travestono da buoni, esprimono pareri in apparenza condivisibili, promuovendo messaggi che sembrano di pace e che al suono degli uomini appaiono suadenti ed attraenti. Gesù giustamente diceva "la qualità di un albero la si conosce dai suoi frutti": cosa hanno lasciato in eredità le ideologie degli ultimi due secoli è davanti a tutti.
Dichiararsi credente è scomodo, ed in alcuni contesti assolutamente sconveniente. Nonostante questo, difficilmente si trovano critiche sul messaggio evangelico, sul ruolo rivoluzionario di Cristo nella storia, sulla forza e l'attualità del suo messaggio "ama il prossimo tuo come te stesso", "ama i tuoi nemici", "porgi l'altra guancia". Come non si capisce che chi divide e manca di rispetto poco ha a che spartire con l'amore e che quest'ultimo è sacrificio e dono puro. No pretesa e rivendicazione dei propri diritti a spese di altri.
Un cristiano ha però oggi più che mai il dovere di condividere comunitariamente quel messaggio. Avvertire che le cose non sempre sono come appaiono. Che c'è molto di più che questa banale e breve esperienza terrena. Se i limiti della scienza non riescono a dimostrare né a negare l'esistenza di Dio, è da stolti non cercare, limitandosi a concludere che tutto quello che viviamo ogni giorno è l'unica possibile realtà e frutto di un improbabile combinazione di eventi di cui non si capisce né origine né fine. Comunque io sono ottimista e concordo con Sant'Agostino quando scrive che "l'uomo anche nel suo stato attuale non è una causa persa, altrimenti la redenzione non avrebbe senso".
Da queste e peggiori persecuzioni il cattolicesimo fa i conti da più di duemila anni. La chiesa è sopravvissuta nonostante tutto però, perfino alle nefandezze di parte della stessa gerarchia ecclesiastica. Solo che oggi l'attacco è più sottile. Perché i cattivi si travestono da buoni, esprimono pareri in apparenza condivisibili, promuovendo messaggi che sembrano di pace e che al suono degli uomini appaiono suadenti ed attraenti. Gesù giustamente diceva "la qualità di un albero la si conosce dai suoi frutti": cosa hanno lasciato in eredità le ideologie degli ultimi due secoli è davanti a tutti.
Dichiararsi credente è scomodo, ed in alcuni contesti assolutamente sconveniente. Nonostante questo, difficilmente si trovano critiche sul messaggio evangelico, sul ruolo rivoluzionario di Cristo nella storia, sulla forza e l'attualità del suo messaggio "ama il prossimo tuo come te stesso", "ama i tuoi nemici", "porgi l'altra guancia". Come non si capisce che chi divide e manca di rispetto poco ha a che spartire con l'amore e che quest'ultimo è sacrificio e dono puro. No pretesa e rivendicazione dei propri diritti a spese di altri.
Un cristiano ha però oggi più che mai il dovere di condividere comunitariamente quel messaggio. Avvertire che le cose non sempre sono come appaiono. Che c'è molto di più che questa banale e breve esperienza terrena. Se i limiti della scienza non riescono a dimostrare né a negare l'esistenza di Dio, è da stolti non cercare, limitandosi a concludere che tutto quello che viviamo ogni giorno è l'unica possibile realtà e frutto di un improbabile combinazione di eventi di cui non si capisce né origine né fine. Comunque io sono ottimista e concordo con Sant'Agostino quando scrive che "l'uomo anche nel suo stato attuale non è una causa persa, altrimenti la redenzione non avrebbe senso".
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