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lunedì 27 settembre 2010

La casa del Calcio Catania per far crescere un'intera città

Il calcio non è solo un gioco, se ne facciano una ragione i romantici del pallone. Il mondo del calcio genera ricavi tutt'altro che marginali per il PIL italiano e non solo.

Secondo gli ultimi dati Deloitte (2010), il Manchester United registra ricavi per 400 milioni di euro e quelli combinati delle venti squadre top d’Europa ammontano complessivamente a più di 4 miliardi di euro.

I principali quattro club italiani (Juventus, Milan, Inter e Roma) hanno registrato rispettivamente ricavi per 203, 196, 196 e 146 milioni di euro.

In Italia il 70% dei ricavi proviene direttamente dai diritti TV ed il restante 30% è prodotto da introiti da stadio e merchandising. Negli altri grandi campionati europei la composizione dei ricavi è invece più bilanciata.

Davanti a questi colossi, una piccola società come il Calcio Catania, non ha molte possibilità di sopravvivere a meno di ricoprire un ruolo di pura comparsa.

Ma nelle aziende di successo, oltre al prodotto, la differenza la fa la qualità del management e la sostenibilità della strategia che ne sostiene le proprie decisioni.

Il Calcio Catania s.p.a. ha deciso innanzi tutto di ridurre i costi operativi che nel calcio italiano sono in grandissima parte legati alla voce emolumenti. Seguendo l'esempio delle società professionistiche americane, da tempo il Catania applica una politica di salary cap mentre per il mercato, l'amministratore delegato Pietro Lo Monaco, profondo conoscitore del calcio argentino, ha puntato da sempre su talenti sudamericani e su giovani provenienti dalle serie inferiori e/o cresciuti nel vivaio della società etnea.

Quest'ultima voce è comparabile a quella che in un'azienda si chiama innovazione. Ma l'innovazione non si improvvisa, si realizza solo se si attua una governance appropriata investendo su infrastrutture, ricerca e sviluppo, processi, organizzazioni e risorse umane adeguate.

La costruzione del centro sportivo che verrà completato a Dicembre, è la risposta implementativa a questa strategia. La nuova casa del Calcio Catania, ha dichiarato recentemente non a torto Pietro Lo Monaco, è come una vittoria in Champions League per una società come il Catania.

Si contano sulla punte delle dita di una mano, le società che hanno realizzato strutture similari in Italia. Una piccola squadra come il Novara ha attuato una strategia similare e nonostante il limitato bacino d'utenza, sta costruendo i successi degli ultimi anni grazie ad una gestione oculata ed al centro sportivo novarello inaugurato nel Settembre 2007.

Secondo il presidente del Catania Nino Pulvirenti, nel centro sportivo che sta sorgendo a Torre del Grifo nel comune di Mascalucia, lavoreranno a regime circa 200 persone, di cui un centinaio almeno da assumere nei prossimi anni.

Non si riesce a cogliere l'importanza di queste cifre, se non si tiene conto del contesto economico in cui questo impianto sta nascendo. E' notizia di questi giorni che 40000 persone si sono candidate per uno dei 240 posti di lavoro del nuovo negozio Ikea che verrà aperto nei prossimi mesi a Catania, città in cui la disoccupazione giovanile supera il 40%.

Ma i progetti della società di Nino Pulvirenti non si limitano "solo" alla permanenza nella massima serie, nè alla costruzione del centro sportivo. Seguendo l'esempio della Juventus in Italia e di società come l'Arsenal in Inghilterra, consegnato il centro sportivo, inizieranno i lavori per la costruzione di un nuovo centro polifunzionale che includerà il nuovo stadio. Questo permetterà di aumentare i ricavi, variandone la distribuzione e diminuendo la dipendenza dai diritti TV.

Il calcio Catania non gioca solamente la domenica per il diletto di noi inguaribili tifosi, ma sta costruendo un futuro da cui un'intera comunità potrebbe trovare fonte d'ispirazione per tornare ad essere quella città che orgogliosamente veniva definita 30 anni fa la Milano del sud.

giovedì 23 settembre 2010

Chi sono i veri terroni ...

L'aria del continente, da cui il mio blog ha preso il titolo, non è solo il testo scenico in tre atti di Nino Martoglio, ma quell'atteggiamento di supponenza che alcuni siciliani assumono una volta emigrati al nord.

Dire che io ne sia sempre risultato indenne, sarebbe disonesto. Ho deciso infatti di scrivere questo blog due anni fa, per tentare di esorcizzare il processo in corso e ridurre gli evidenti effetti della mia "continentalizzazione" ...

Mi chiedevo, ma perché i miei corregionali hanno ridotto la mia bella Sicilia in questo modo? Perché gli abitanti del bellissimo sud Italia, a volte sono così incivili?

Questa estate, prima di lasciare la "mia" Milano per le meritate ferie, ho come sempre fatto una scorta di libri. Ho trovato in libreria, in bella mostra, un libro di cui avevo sentito parlare nel blog di Beppe Grillo : Terroni di Pino Aprile: ovvero, tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali.

Pur essendo convinto dell'importanza fondamentale di uno stato italiano unico ed indivisibile, ho cercato sempre di avere una visione critica ed obiettiva degli avvenimenti che condussero 150 anni fa, all'unificazione del nostro paese.

Si capisce presto, leggendo libri di autorevoli storici e giornalisti come Denis Mack Smith o Lorenzo Del Boca che la storia del risorgimento italiano, così come studiata a scuola, è una favoletta frutto della fantasia della propaganda sabauda.

Di Del Boca, nativo di quella Val Sesia dove oggi alcuni sindaci leghisti bandiscono l'ingresso alle donne con il velo ed i "vu cumprà", ho già parlato nel mio blog, citando il suo splendido libro Maledetti Savoia.

Scrive il piemontese Del Boca:
A partire dal 1860, l’Italia non piemontese non è stata liberata, ma conquistata. Le regioni meridionali non sono state unite nell’unica Italia, ma annesse. L’Italia del Sud e la sua gente sono state maltrattate, anche in modo volgare. Per infangare l’immagine di Francesco II, cacciato dal suo Regno delle due Sicilie, i servizi segreti piemontesi misero in giro una serie di fotomontaggi di sua moglie, la regina Maria Sofia, in atteggiamenti pornografici.

Evidentemente il metodo Boffo non è stato inventato da vittorio feltri ...

Tornando a parlare di cose serie, Terroni di Pino Aprile, offre un ulteriore contributo alla verità storica. Si legge in un fiato, lasciandoti un misto di frustrazione e senso di rivalsa dentro.

Prima del 1861 i veri terroni non erano gli abitanti del sud Italia, ma quelli della sedicente "padania". Il regno Borbonico poteva vantare un tessuto industriale da fare invidia all'impero britannico ed un prodotto interno lordo solo inferiore a quello degli inglesi e della Francia.

Gli uomini del sud non sono indenni da colpe, non è questa la tesi che sostengo, ma per capire quanto sia stato fatto per creare le disparità economiche che ancor oggi affliggono gran parte del nostro paese, bisogna riportare alcune cifre.

A soli due anni dalla spietata colonizzazione del Regno delle due Sicilie, erano state sottratte ricchezze alla stato borbonico, per un ammontare attuale di circa 1500 miliardi di euro .. poco meno dell'attuale debito pubblico accumulato in 20 anni dai nostri mediocri politici.

Questi capitali furono in parte utilizzati per ripianare i bilanci dell'indebitato stato sabaudo e per arricchire personalmente, quel monarca che la sua propaganda definiva galantuomo ...

Invito tutte le persone intellettualmente oneste, a festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia, rivedendo e studiando la vera storia del risorgimento, ridando così dignità a quei popoli costantemente insultati e dileggiati da uomini totalmente ignoranti che continuano a sostenere che la causa dell'arretratezza del sud Italia sia di natura genetica ...

Come mi disse una mia amica di Oslo, al mondo c'é sempre qualcuno più terrone di te ...

venerdì 3 settembre 2010

Hawking se Dio non esiste, chi ha creato il nulla?

Secondo lo scienziato inglese Stephen Hawking, non è stato necessario l'intervento di alcun Dio per creare l'universo.

In sintesi, lo scienziato britannico sostiene che l'universo rappresenti semplicemente una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica. «Poiché esistono leggi come quella della gravità - sostiene il matematico nel libro di cui è coautore il fisico americano Leonard Mlodinow - l'universo può essere stato creato dal nulla».

Supponendo che non esista un essere superiore che per convenzione abbiamo deciso di chiamare Dio, vorrei chiedere ad Hawking ... come fa qualcosa a crearsi dal nulla? Non contraddice questo, proprio le leggi inviolabili della fisica?

Ma poi le leggi della fisica chi le ha create?

Si potrebbe replicare che esse siano sempre esistite. Ma questa è la risposta che normalmente gli uomini di fede danno quando si avventurano a dimostrare "scientificamente" l'esistenza di Dio: Dio è sempre esistito ... non è stato creato, proprio come le leggi inviolabili della fisica !

In pratica atei e credenti utilizzano le stesse assunzioni per pervenire a conclusioni diverse.

Aggiunge Hawking «se Dio avesse voluto creare l'universo allo scopo di creare l'uomo, non avrebbe avuto senso aggiungere tutto il resto».

Invidio ad Hawking la capacità di leggere nella mente di Dio perché a me Lui sorprende sempre ogni giorno.

Dio ha rivelato ai piccoli ciò che ha nascosto ai sapienti. Ha dato agli uomini il suo unigenito Figlio e lo ha mostrato per primo ai più poveri, ai diseredati ed alle persone più umili.

Da "sapiente" e credente, non avrei mai potuto immaginare il suo disegno se non l'avessi visto realizzato ...

Apprezzo Hawking come scienziato, ma con background simili al suo, pur essendo decisamente meno intelligente, sono arrivato alla conclusione diametralmente opposta ... Dio esiste e tutto è stato creato da Lui, comprese le "sacre" ed inviolabili leggi della fisica. Come scritto nei vangeli Lui è la via la verità e la vita.

Leggete il vangelo, io ad oggi non ho trovato una virgola fuori posto nella parola e negli insegnamenti di quell'uomo vissuto duemila anni fa e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario.

Basta questo per dimostrare che Dio esiste? No cari amici, non basta.

Qual è allora la verità? Vi auguro possa essere il vostro cuore a rivelarvela, ma siate umili se volete davvero apprenderla.

Quello che posso dirvi è che durante i miei lunghi anni di studi di ingegneria, dove ho appreso anche le leggi della fisica, ho compreso che è più probabile avvitare una vite con un martello che dimostrare con gli strumenti della scienza e della tecnologia, l'esistenza o la non esistenza di Dio.

Non temete però, tutti conosceremo la verità ... forse dopo aver lasciato questa vita, ma allora nè io nè Hawking saremo in grado di raccontarvela ...